la Nuova di Venezia — 16 dicembre 2009
Primarie, si parte - Farinea si ritira - In 3 alla grande corsa
Sono rimasti in tre, perché ieri l’avvocato mestrino Alfiero Farinea, candidato della mozione Marino-Casson, ha formalizzato il suo ritiro, già annunciato nei giorni scorsi. «Avevo messo a disposizione le mie competenze e la mia storia in temi sociali e ambientali», scrive Farinea, «abbiamo lavorato e raccolto contributi e analisi che hanno contribuito a scrivere il programma del Pd sulla città unica e sostenibile. Ma una candidatura di protagonismi non mi interessa, come non mi interessa una conta esaperata. Una quarta candidatura determinerebbe un esasperato protagonismo e indebolirebbbe il candidato vincitore delle primarie. Dunque ho deciso di compiere questo atto di responsabilità e di non presentarmi alle primarie. Le nostre proposte sui contenuti restano comunque in campo».
Un gesto che in qualche modo semplifica il quadro, almeno in casa Pd. Ieri i rappresentanti dei quattro partiti hanno illustrato nella sede del gruppo Pd di Ca’ Loredan obiettivi e modalità delle primarie. Voteranno anche i sedicenni e non solo gli iscritti, si potrà sottoscrivere una sola candidatura, i seggi saranno almeno 40 e si pagherà un euro di contributo spese. Per presentarsi occorreranno 2 mila firme (massimo 2500) da presentare al comitato elettorale entro il 28 dicembre.
Il comitato è composto da due rappresentanti per partito, a cui si aggiungeranno il 30 dicembre un rappresentante per ogni candidato in campo. Sono Gianluca Trabucco, coordinatore, e Vincenzo Conte per il Pd, Ezio Da Villa e Flavio Dal Corso (Verdi), Fabrizio Ferrari e Renzo Scarpa (Italia dei Valori), Alessio Molin e Pietro Lotto (Psi),
«Dopo quasi vent’anni di buon governo si apre un nuovo ciclo», dice il segretario comunale del Pd Alessandro Maggioni, «e noi lo facciamo offrendo le nostre proposte al giudizio degli elettori in assoluta trasparenza» «Puntiamo ad almeno 20-25 mila votanti», dice il verde Beppe Caccia, «cioè circa un quarto degli elettori. La nostra forza sta nella pluralità delle proposte, e la sintesi del programma è una mediazione alta. Guardate un po’ la differenza con il centrodestra. Loro scommettono sul declino, noi sul rilancio, il loro candidato lo scelgono a Roma, pure logiche di potere». «Con il centrodestra non ci sono novità, si torna solo indietro», dicono Nicola Funari (Idv), e Luigi Giordani (Psi). Da ieri, la grande macchina delle primarie ha i motori accesi.
- Alberto Vitucci
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Un gesto che in qualche modo semplifica il quadro, almeno in casa Pd. Ieri i rappresentanti dei quattro partiti hanno illustrato nella sede del gruppo Pd di Ca’ Loredan obiettivi e modalità delle primarie. Voteranno anche i sedicenni e non solo gli iscritti, si potrà sottoscrivere una sola candidatura, i seggi saranno almeno 40 e si pagherà un euro di contributo spese. Per presentarsi occorreranno 2 mila firme (massimo 2500) da presentare al comitato elettorale entro il 28 dicembre.
Il comitato è composto da due rappresentanti per partito, a cui si aggiungeranno il 30 dicembre un rappresentante per ogni candidato in campo. Sono Gianluca Trabucco, coordinatore, e Vincenzo Conte per il Pd, Ezio Da Villa e Flavio Dal Corso (Verdi), Fabrizio Ferrari e Renzo Scarpa (Italia dei Valori), Alessio Molin e Pietro Lotto (Psi),
«Dopo quasi vent’anni di buon governo si apre un nuovo ciclo», dice il segretario comunale del Pd Alessandro Maggioni, «e noi lo facciamo offrendo le nostre proposte al giudizio degli elettori in assoluta trasparenza» «Puntiamo ad almeno 20-25 mila votanti», dice il verde Beppe Caccia, «cioè circa un quarto degli elettori. La nostra forza sta nella pluralità delle proposte, e la sintesi del programma è una mediazione alta. Guardate un po’ la differenza con il centrodestra. Loro scommettono sul declino, noi sul rilancio, il loro candidato lo scelgono a Roma, pure logiche di potere». «Con il centrodestra non ci sono novità, si torna solo indietro», dicono Nicola Funari (Idv), e Luigi Giordani (Psi). Da ieri, la grande macchina delle primarie ha i motori accesi.
- Alberto Vitucci
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la Nuova di Venezia — 16 dicembre 2009
Il partito indica Orsoni, ma «salva» Fincato
(a.v.)