28.3.11
Assemblea regionale del PD Veneto: l'agenda per il 2011
20.3.11
PD Veneto: nessuna egemonia degli ex-Ds
La Nuova Venezia 20 marzo 2011
Fuga dal Pd, vertici sotto accusa
19.3.11
Il consigliere Andrea Causin lascia il PD
18-03-2011, comunicato del Partito Democratico Veneto
Andrea Causin ha annunciato in una lettera a Pier Luigi Bersani la decisione di uscire dal Partito Democratico:
“Avevo creduto – scrive nella lettera - che il Pd potesse essere un partito plurale, aperto, moderno, riformista, con una forte vocazione maggioritaria. Purtroppo le scelte operate nell'ultimo periodo segnano una drastica inversione di tendenza rispetto al partito immaginato dal Veltroni e da tanti altri amici. Di qui la decisione di compiere una scelta rispetto ad un disagio che diventa sempre più forte e alla necessità di continuare a svolgere il mio impegno politico e civile in una fase complessa e densa di incognite”.
Rosanna Filippin, segretario regionale del Pd Veneto replica a questa scelta con una lettera aperta a tutti i democratici veneti.
“Andrea Causin ha annunciato la scelta di lasciare il Partito Democratico. Andrea fu candidato alla segreteria regionale del Partito nelle primarie del 2009. E sino all’autunno dell’anno scorso è stato vice segretario del Pd Veneto. Nel febbraio del 2010, con il voto degli elettori del Partito Democratico, è stato rieletto in Consiglio Regionale. Prima di tutto credo che coerenza verso i suoi elettori vorrebbe che all’abbandono del Pd seguissero le dimissioni da consigliere regionale. Nella sua lettera, Andrea cita alcune ragioni politiche della sua scelta. Le rispetto, come rispetto le ragioni politiche di chiunque, ma non le condivido.
Non condivido la tesi che il profilo del Partito Democratico sia quello della socialdemocrazia di stampo classico. La nostra proposta politica offre una sintesi del tutto nuova e mi spiace che un fondatore del Pd abbia ceduto alla tentazione di cliché ripetitivi e speculari a quelli di chi, come Berlusconi, con altrettanta superficialità rimprovera al Pd di non essere invece socialdemocratico a sufficienza. Non condivido la tesi che Pier Luigi Bersani si stia comportando come il capo di una mozione. Il congresso del Pd e le sue divisioni sono da tempo alle nostre spalle e lo dimostra il sostegno offerto alla linea del segretario da Dario Franceschini, che aveva sfidato Bersani con una piattaforma alternativa. Oppure il mito di un partito in mano ad apparati espressi dalle storie politiche che hanno dato vita al Pd. La linfa del nostro partito è nella militanza di tanti e in particolare di una nuova generazione che si è affacciata alla politica quando Ds e Margherita già erano storie passate.
Infine, forse la più seria delle questioni poste da Causin. Il Pd è marginale al Nord? Io non lo credo. La difficoltà dei democratici al Nord non nascono ora, hanno radici più profonde. Oggi però la sfida è più che mai aperta: perché il berlusconismo tocca un punto di crisi e perché la Lega deve dar conto degli scarsi risultati della sua azione di governo, dopo il lungo tempo delle promesse.
L’alternativa a questo centrodestra ha bisogno di una grande forza di popolo. Il Pd è questo. Non il partito di un capo, né quello di un solo leader, non un partito di poche prime donne, ma una forza resa grande dall’energia, dalla passione e dalla coerenza di tanti.
Può il Partito Democratico vincere da solo la sfida al berlusconismo? No di certo. Ma senza un Pd forte nessuna alternativa può vincere davvero. Rendere forte e vincente questa alternativa è il nostro compito. La coerenza verso questa grande responsabilità è il primo passo verso il successo. La rinuncia a questo impegno è anch’essa un primo passo. Ma di un percorso che conduce all’irrilevanza. La scelta tocca a ciascuno di noi”.
3.3.11
PD provincia Venezia: 35mila firme contro Berlusconi
La Nuova Venezia 03 marzo 2011
Più di 35 mila firme Pd contro Silvio