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25.7.11

Davide Zoggia: province e città metropolitane - la proposta del PD

Province e città metropolitane. Così il PD ridisegna il Paese
Una riforma istituzionale e degli enti locali oltre le polemiche dell'antipolitica: riduzione delle province, comuni sotto i 5000 abitanti associati tra loro, le città metropolitane...parla il responsabile pd per gli Enti locali.

Roberto Brunelli - L'Unità 25 luglio 2011

Ci vuole uno scatto, su questo non c`è dubbio. E la posta in gioco è alta. Da una parte c`è il crescente distacco dei cittadini dalla politica, dall`altra il bisogno di ridisegnare la fisionomia della «macchina Italia» rendendola al tempo stesso più efficiente e meno costosa. Il Pd ci sta lavorando da tempo, consapevole del fatto che la via è stretta: la crisi corre globalmente, rischia di imporre riforme che invece sarebbe meglio gestire piuttosto che ritrovarsi a subire e porta con sé anche sentimenti irrazionali che spingono a scelte improvvide. È intorno a questo nodo scorsoio che si sviluppa la discussione intorno ai cosiddetti costi della politica e intorno alla riforma degli enti locali. Il Partito democratico, per parte sua, ha presentato una proposta di legge costituzionale, primo firmatario Bersani. Consapevole di un fatto: che non c`è tempo da perdere. Sul piatto c`è l`abolizione delle province sotto i 500 mila abitanti, il loro ridisegno la contestuale creazione delle «città metropolitane». Sull`altro fronte, c`è la discussione intorno alla nascita del Senato federale.


Non è certo una partita semplice. Davide Zoggia, responsabile enti locali del Pd, la spiega così: «Cominciamo da un ragionamento generale: tutto il dibattito che in questo momento viene sintetizzato nell`espressione `costi della politica` contiene in sé anche la necessità di rendere più efficienti le strutture dello Stato, comprese le Regioni e le autonomie locali. L`obiettivo è duplice: semplificare i processi decisionali e diminuire i costi». In pratica, una riforma che fosse presa sottogamba rischierebbe di non centrare nessuno di questi obiettivi, contribuendo ad allontanare ancora di più il distacco dei cittadini dalla politica. Zoggia, che è stato anche presidente della Provincia di Venezia e dunque sa di cosa parla, è d`accordo: «Il Pd pensa la riforma debba essere profonda, e per essere tale non deve partire dall`antipolitica e dalla demagogia, ma da dati di fatti concreti. Per esempio quando parliamo della fine del bicameralismo perfetto e della diminuzione dei parlamentari parliamo di una cosa sperimentata: tutti sono un po` d`accordo sull`istituzione del Senato federale, che impegnerebbe i presidenti delle regioni e i rappresentanti delle autonomie locali non avendo così costi aggiuntivi rispetto a quello che è già il loro ruolo. Smettiamola di sottrarre competenze alle singole istituzioni, vediamo piuttosto di riorganizzarle con criteri sensati».



Vediamo le province. Il Pd parte dalla proposta della loro riduzione sotto i 500 mila abitanti, e già questo porterebbe un risparmio notevole. «Ma è necessario un ragionamento più profondo», spiega Zoggia. «Una riforma seria si fa se si riconosce che un ente intermedio è necessario, per esempio quando si parla della gestione dei rifiuti, dell`acqua, dei trasporti, che non possono essere gestiti in toto né dalle regioni né dai sindaci». E perché? «Prendete i sindaci: giustamente tendono a difendere ognuno il proprio territorio, per cui spingono verso la propria parte la soluzione dei problemi». Qui le risposte possono essere due: portare i comuni sotto i cinquemila abitanti ad associarsi, come già prevede la legge 142 del `90 e la creazione delle città metropolitane. «L`idea è di sperimentare qualcosa di completamente nuovo, una sorta di fusione tra il comune capoluogo, i comuni con termini e la provincia, creando un unico ente, con precisi meccanismi di coinvolgimento. Dico che è una forma innovativa perché metterebbe queste aree in grado di competere seriamente con l`Europa». Certo, più efficenza, ottimizzazione dei processi decisionali, riduzione dei costi. «È anche un modo per dare dei segnali. Ed è pure una questione di credibilità. Quando chiedi sacrifici al paese devi essere in condizioni ottimali, devi essere in grado di dare l`esempio». Cosa che questo governo ovviamente non è in grado di fare: anzi, si attorciglia intorno ai costi della politica, «ma finora non ha fatto altro che colpire proprio gli enti locali».
Ma c`è una cosa sulla quale Zoggia insiste: «Noi siamo disposti ad una discussione ampia e senza pregiudizi. Ma una risposta è necessaria subito. Altrimenti il distacco tra gli italiani e la politica sarà sempre più grande».