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17.2.11

PD regionale e spazio delle donne

Più spazio alle donne: deve capirlo anche il Pd
La Nuova Venezia 17 febbraio 2011

È stata proprio una gran bella giornata: donne e uomini di età, culture e preferenze politiche diverse hanno affollato le piazze di domenica 13 febbraio per dire che la misura è colma, la rabbia e lo stupore tanti e che è ora, per il bene di tutti, che si arresti un sistema che culturalmente fa vergognare l’Italia dinanzi al mondo intero. È stata un’occasione formidabile per ricordare a questo Paese che il suo principio ordinatore non sono le feste di Arcore, e che il potenziale femminile è pronto a fare una parte straordinaria, quella che ancora manca al compimento completo della democrazia. Ma questo è un Paese che fatica a capire, perché deve fare i conti con un problema culturale prima che politico, e nessuna realtà o parte della società ne è immune.
Il Pd quando si è costituito, qualche anno fa, ha messo in atto uno straordinario meccanismo democratico, le primarie, coniugandolo con il principio paritario di genere che da quel momento avrebbe pervaso tutte le forme ed i livelli di partito, fino alla presenza negli organismi istituzionali. Eppure, solo poche settimane fa, lo stesso Pd si accontentava di rivedere e «rinnovare» l’organismo esecutivo e politico regionale, facendolo di soli uomini, lasciando la segretaria Filippin unica rappresentante di genere, la quale, coraggiosamente, si è direttamente rivolta alle donne per porre rimedio allo scempio di genere che il rispetto delle correnti interne imponeva.
Eppure si sa che alle donne (del Pd) non mancano competenze, idee, voglia di fare, capacità politica, di relazione e senso pratico. E si sa bene che con la presenza delle donne ne guadagna il Pd, la politica, le istituzioni. Ma ancora non basta, ed è penoso sentire «ma le donne non ci sono...» perché è proprio dove ci sono e dove si esprimono che viene messo in atto, inspiegabilmente, il tentativo di estromissione. Rosanna Filippin ha un compito faticoso, da affrontare con tenacia. Noi la sosteniamo.

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(*) Pd Veneto

6.2.11

Il PD Veneto contro i tagli "di bassa lega"

«Lega, traditi Veneto e federalismo»
La Nuova Venezia 06 febbraio 2011


PADOVA. «La Lega ha tradito il federalismo e il Veneto». E’ tutto nell’arringa finale del segretario regionale Rosanna Filippin, il messaggio lanciato dal Pd nel corso della manifestazione ragionale proposta a Padova contro i tagli di «bassa lega». Un incontro voluto per spiegare alla gente le scelte del partito, a partire dal federalismo: «Il nostro no è quello dei sindaci, che si misurano tutti i giorni sul campo con problemi di risorse» garantisce Filippin.
«Caro Zaia, è per questo che la Lega ha combattuto per vent’anni?» domanda il segretario agli aficionados di piazzetta Pedrocchi - oltre un migliaio secondo il partito, circa 500 per la Questura - tra cui consiglieri regionali, parlamentari e rappresentanti dell’associazionismo «Il vero federalismo è rivoluzione, ma in questo testo di rivoluzione non c’è traccia. Forse perché le rivoluzioni si fanno cambiando le classi dirigenti, ma dove sono i giovani, in un paese che ha il premier più vecchio d’Europa?». Il no al federalismo è tuttavia un giudizio di merito, assicura Filippin, in risposta a chi, anche tra i democratici, sostiene che l’astensione avrebbe lasciato più margine di manovra per gestire le accuse del centrodestra: «Siamo consapevoli del rischio che corriamo, ma siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità - prosegue - è proprio perché ci teniamo a garantire l’unità d’Italia che non vogliamo che passi questa bufala sul federalismo. A Roma portiamo la volontà dei nostri amministratori, non quella di dare spallate».
Il nodo è quello ormai noto di un provvedimento che, spiegano i democratici, impone più tasse e meno autonomia, più centralismo e meno responsabilità. Lo ribadisce anche il sindaco di Padova Flavio Zanonato, che esordisce esortando la gente ad acclamare Napolitano: «Un punto forte di riferimento, segno che le regole pagano ancora - sostiene - non ha caso ha rispedito indietro un federalismo completamente vuoto, che non ha neppure un testo certo su cui ragionare. La Lega ha cercato di diffondere un equivoco immenso, ma la verità è che i Comuni soffocano per i tagli diretti e per quelli imposti dalla Regione: quest’anno dovremo fare i conti con 6 milioni in meno e tutti sappiamo che così si colpisce chi sta peggio. Non credo che dopo tutto ciò la gente continuerà a pensare che Bossi dica il vero».
La stretta colpirà il trasporto: «Se la Regione riduce il contributo del 25% ai Comuni, noi dobbiamo recuperare questa somma aumentando le tasse o il biglietto - spiega - a livello regionale mi aspettavo un po’ più concretezza dalla Lega, invece abbiamo avuto solo tanta propaganda, tanti slogan, ma fatti mai. Zaia dice che il federalismo demaniale ci consentirà di avere le Dolomiti. Io sono anni che le frequento, sai che soddisfazione adesso che sono della Regione... - e conclude - si dice che l’opposizione non riesca a dare alternative credibili: può essere. Ma di fronte a un Governo così debole, il Pd può essere un’alternativa importante».

2.2.11

Provincia: l'idrovia rimescola le alleanze

L’Idrovia rimescola tutte le alleanze
La Nuova Venezia 02 febbraio 2011


VENEZIA. Tema controverso: l’Idrovia Venezia-Padova divide una volta di più la maggioranza di centrodestra in Provincia, con Pdl e Lega che tornano a discutere animatamente dopo le proteste dei consiglieri pdl per essere stati esclusi dalla stesura del bilancio 2011. Tema controverso, si diceva, perché l’Idrovia spacca a metà anche l’opposizione. Ieri, infatti, in Consiglio provinciale la Lega Nord - da sempre favorevole al progetto, al punto da ritenerlo prioritario rispetto alla realizzazione della camionabile, sostenuta dalla Regione e dal Pdl compatto - ha votato con Rifondazione comunista un ordine del giorno proposto dall’Italia dei Valori, che (se approvato) avrebbe impegnato la presidente Zaccariotto e la giunta ad adoperarsi per il completamento dell’Idrovia, secondo standard di convogli per il trasporto container di classe V, «anche nel caso venisse meno la procedura di finanza di progetto in corso». Come dire: l’Idrovia s’ha da fare, indipendentemente dalla volontà della Regione di realizzarla solo se ci sono fondi privati, riservando quelli pubblici alla camionabile. Un documento bocciato con i voti del Pdl, del Pd (da sempre critico al progetto di Idrovia in Provincia, chiede ulteriori approfondimenti sull’impatto idrogeologico dell’opera sul bacino scolante, difendendo come opera prioritaria la camionabile, inserita nel Ptcp della giunta Zoggia) e del rappresentante della Lista Zaccariotto.
«Il 3 novembre era già stato approvato dal Consiglio un ordine del giorno che impegnava la presidente Zaccariotto a dare parere negativo alla camionabile nel caso in cui pregiudichi nel percorso la realizzazione dell’idrovia per chiatte classe V», commenta il capogruppo pdl Corlianò, «sarebbe stato un inutile ritorno sul tema».
«Si trattava solo di impegnare la giunta al completamento dell’opera, prevedendo però interventi per evitare sversamenti in laguna di inquinanti», commenta il capogruppo Idv Marco Benozzi, «il Pdl in fase di discussione mi aveva dato l’assenso e ora si dimostrano tutte le difficoltà dentro la maggioranza. Pesa la campagna elettorale in Riviera. Lo stesso Pd aveva chiesto il rinvio: ma non è possibile nascondersi sempre dietro al non voto. Finalmente si vede chi vuole l’idrovia e chi no». (r.d.r.)