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29.1.13

Veneziano: i candidati PD al Parlamento lanciano la fase finale della campagna elettorale


La volata finale dei candidati del Pd per il Parlamento

Sostenibilità, lavoro, attenzione al sociale e federalisimo. Sono le quattro parole d’ordine del Pd, che il segretario provinciale Michele Mognato prova a sintetizzare così. Oggi a Mestre arriva Pierluigi Bassani, segretario nazionale del partito e candidato premier per il centrosinistra. Sarà il primo leader nazionale ad aprire la campagna elettorale a Mestre. parlerà alle 13 al cinema Excelsior, e presenterà il programma del Pd insieme ai candidati. Un aspetto locale di queste elezioni a cui il Pd tiene molto. Mognato ricorda le primarie, fatte a fine novembre per la scelta del leader. E anche le «parlamentarie», consultazioni di fine dicembre per scegliere i parlamentari. Le liste, dicono i dirigenti locali, alla fine hanno rispettato le indicazioni degli elettori. Qualche nome è stato paracadutato da Roma, ma per la maggior parte i nomi in lista rispettano – nell’ordine – i voti espressi dai veneziani. Oggi Bersani parlerà di lavoro, della crisi e delle soluzioni proposte. Ma anche della città e dei suoi problemi legati ai mancati finanziamenti e alle regole del Patto di Stabilità.(a.v.) di Alberto Vitucci «Non siamo tutti uguali. Noi le primarie le abbiamo fatte, e abbiamo il 40 per cento di donne in lista». Monica Sambo, giovane e combattiva segretaria dei giovani Pd, apre così la prima assemblea elettorale del partito in sala San Leonardo. Prima presentazione alla città dei candidati alla Camera e al Senato. «I candidati che avete scelto voi», è lo slogan. Quattro milioni di elettori che hanno votato alle primarie tra Renzi e Bersani, un milione per le «parlamentarie» di dicembre. «Quarantamila solo in Veneto», si infiamma Monica Sambo, «più di quanti hanno votato per le primarie di Grillo in tutta Italia. Altri come il Pdl, le primarie le hanno solo promesse e non le hanno mai fatte». Ancora su Grillo: «Noi abbiamo 9 donne su 20 in lista, loro solo il 17 per cento, meno della media nazionale». La platea è quella del tutto esaurito. Non giovanissima, ma attenta, con molte facce nuove. Nell’abside dell’ex chiesa da trent’anni centro civico scorrono le immagini di Bersani e gli slogan dell’«Italia giusta». «Vogliamo cambiare l’Italia», attacca il segretario provinciale Michele Mognato, candidato alla Camera, «partendo dai diritti, dal lavoro, dall’attenzione ai territori. Senza dimenticare in che stati ci aveva ridotto il governo Berlusconi. Che ancora oggi pronuncia parole indecenti su Mussolini che ha operato bene. Chiediamo agli elettori un voto utile, e non di testimonianza». Voto utile significa, spiega, che grazie alla legge porcata di Calderoli, in Veneto avrà 14 senatori e non sei la coalizione che prende un voto più degli altri». Eccola schierata, la squadra veneziana. Felice Casson, senatore uscente e numero due in lista al Senato dietro Laura Puppato. Poi Marco Stradiotto, i parlamentari uscenti Rodolfo Viola, Delia Murer. Jacopo Molina, Stefania Busatta e Francesca Zottis, Elisabetta Populin, il candidato dei giovani Pd di Venezia Marco Rizzetto. In prima fila tra il pubblico il vicesindaco Sandro Simionato e il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Claudio Borghello. Facce nuove e molte donne, nelle liste Pd. «Guardate i primi nomi al Senato», incalza la giovane Sambo, «loro hanno Berlusconi, il suo avvocato Ghedini e Sacconi. Noi espressioni del territorio come Laura Puppato e Felice Casson». Casson è stato tra i deputati «più produttivi» dell’ultima legislatura, firmatario di interrogazioni e proposte di legge come la nuova Legge Speciale. Attacca: «C’è bisogno del vostro voto per continuare le battaglie in difesa dell’unicità di Venezia». Ricorda la battaglia sulle grandi navi, definisce «un furto» quello dell’Arsenale messo a punto dai ministeri romani dopo che la legge dell’agosto scorso lo aveva consegnato alla città. «Roba da Banda Bassotti. Un giorno al Senato ho incontrato il ministro Passera che mi ha detto Io sono uno della Banda Bassotti. Bene, ce ne ricorderemo», gli ho risposto. Stradiotto e Viola hanno ripercorso le loro battaglie di parlamentari, non senza un po’ di amarezza perché il loro posto in lista difficilmente garantirà la riconferma. Eletta sicura invece Delia Murer. Dobbiamo lavorare sul fronte della solidarietà», dice. Campagna elettorale appena decollata. Nell’agenda del Partito democratico ci sono iniziative in tutti i 581 comuni della provincia di Venezia. «Tv e giornali, d’accordo, ma gli elettori si conquistano andando sul territorio, parlando con loro», dice Mognato. La sfida è lanciata. L’obiettivo, conquistare anche al Senato una regione da sempre in mano al centrodestra.

20.1.13

PD Veneziano: al via la sfida dei quindici candidati


Pd, parte la sfida dei quindici

 «Noi siamo pronti da molto». Così Michele Mognato, segretario provinciale del Partito Democratico veneziano e candidato alla Camera ha dato il via alla campagna elettorale dei quindici candidati locali del partito. In vista delle elezioni del 24 e 25 febbraio, parte la mobilitazione «all’insegna della sobrietà, della verità e della coerenza» per chiamare alla mobilitazione i 40 mila che hanno partecipato in provincia alle primarie per la scelta del candidato premier del centrosinistra e i 14 mila che il 30 dicembre hanno scelto i candidati del partito, con una consultazione «voluta per aggirare gli effetti nefasti dell’attuale legge elettorale». Partono 40 mila lettere di invito al voto al popolo delle primarie ma anche di invito a cercare nuovi sostenitori ed elettori, con una campagna che «arriverà al porta a porta». La sfida in Veneto si gioca in particolare al Senato e il partito punta molto sul ruolo del capoluogo come catalizzatore degli interessi regionali. «Più del venti per cento dei candidati veneti sono veneziani. Noi puntiamo a sostenere con forza la candidatura di Venezia come capitale della cultura nel 2019», dice il capolista alla Camera Pier Paolo Baretta. «Puntiamo ad una candidatura dagli esiti migliori di quella delle olimpiadi a Roma. Pensiamo a Venezia come capitale del Veneto, snodo decisivo per la Regione e oggi che il Passante, invece che dividere come faceva la tangenziale, unisce i territori questo è davvero possibile». Di Imu da rivedere riducendo gli importi «per far pagare tutti perché sappiamo che in Veneto il 40 per cento non la paga», parla invece Marco Stradiotto, ex deluso dalle primarie dei parlamentari. Le polemiche interne paiono finire, per ora, in un cassetto. A Mestre si ritrovano quasi tutti, manca solo Rodolfo Viola (trattenuto da un impegno personale). Ci sono giovani nuove leve di partito ( Sara Moretto, Francesca Zottis, Jessica Pavan , Marco Rizzetto e Stefania Busatta) e politici di lungo corso come Michele Mognato, Delia Murer, Andrea Martella. E uomini che nel partito lavorano in retrovia come Pierangelo Molena. Capolista al Senato l’ex magistrato Felice Casson, un politico che sa parlare anche con i “rivoluzionari” di Ingroia. Arriverà in città per la campagna elettorale anche il leader del partito Pierluigi Bersani. La data?Ancora incerta. Fassina sarà a Venezia il 5 febbraio per un convegno naionale dedicato al tema caldo dei trasporti. E poi è in arrivo l’ex procuratore antimafia Pietro Grasso per un convegno che sta organizzando Davide Zoggia, capolista alla Camera per il Veneto 1. L’ex presidente della Provincia di Venezia e attuale responsabile degli enti locali del partito, ieri era a a fianco del vicesindaco di Venezia Sandro Simionato, per salutare i quindici candidati nella sede della Federazione di via Cecchini a Mestre. Lavoro e futuro industriale di Porto Marghera, il progetto della città metropolitana, gli enti locali, ambiente e territori, il sostegno al credito per le imprese, i diritti alla salute, alla formazione, e pure il diritto dei figli di cittadini stranieri nati in Italia, ricordano i candidati, «di essere riconosciuti come italiani da subito». Questi alcuni temi della campagna elettorale del Pd che è già partita con i primi incontri con il mondo del terzo settore e proseguirà coinvolgendo anche associazioni, categorie economiche e sociali.

Mitia Chiarin

9.1.13

Elezioni 2013: il PD, anche nel veneziano, sceglie volti noti del territorio


Il Pd ha scelto «volti noti del territorio»

Volti noti, «espressione del territorio». Votati all’unanimità dalla commissione, e con soli tre contrari dalla Direzione nazionale del partito. Eccoli i candidati del Pd per il Parlamento, pronti a correre nelle Politiche del febbraio 2013. Le primarie sono ormai in archivio, Roma ha «inserito» nelle liste un pugno di nomi. Qualche mugugno nella base, per la quasi assenza di volti nuovi. Ma almeno, dicono, abbiamo evitato i paracadutati da Roma. Nella circoscrizione per la Camera Veneto 2 (Venezia, Treviso, Belluno) il capolista è il deputato uscente Pierpaolo Baretta, ex sindacalista Cisl, veneziano e relatore dell’ultima Legge di Stabilità. Si piazza davanti al segretario provinciale del partito ed ex vicesindaco Michele Mognato, secondo classificato alle primarie di dicembre. Due donne al terzo e quarto posto, la dirigente Simonetta Rubinato e la deputata uscente Delia Murer. Subito dietro, l’altro parlamentare (che non ha fatto le primarie) Andrea Martella, in quota Veltroni. La pattuglia veneziana è completata dall’esordiente Sara Moretto, al nono posto in lista, Marco Stradiotto all’undicesimo. Questi ultimi avranno qualche difficoltà ad essere eletti, perché in caso di vittoria il Pd dovrebbe è portare a casa 8-9 posti, un paio in meno della circoscrizione Veneto 1 (Padova, Vicenza, Verona, Rovigo) dove è capolista lo jesolano Davide Zoggia (anche lui esentato dalle primarie), responsabile nazionale Enti locali del Pd, ex presidente della Provincia sconfitto nel 2008 dalla leghista Francesca Zaccariotto. Al Senato il listone vede al primo posto Laura Puppato, sindaco di Montebelluna e candidata alle primarie nazionali al primo turno contro Bersani e poi sua alleata contro Matteo Renzi. Terzo Felice Casson, ex magistrato a Venezia e senatore uscente, relatore di importanti disegni di legge come quelli sul lavoro, l’amianto, la Legge Speciale per Venezia. Casson, con 5 mila voti, è stato il più votato alle primarie per i parlamentari del 30 dicembre a Venezia. Al secondo posto un altro veneziano, il sindacalista della Cisl Giorgio Santini. È il secondo Cislino in lista (insieme a Baretta), fatto che ha provocato qualche malumore all’interno della Cgil, il maggior sindacato che da sempre si riconosce in gran parte nel Pd. Al quarto posto, con elezione sicura è Rosanna Filippin, segretario regionale del partito. Fine dei sussurri, dunque. le liste sono pronte, al vertice ci sono nomi conosciuti e interni al partito, quasi tutti originari del territorio. Nonostante il grande sforzo profuso nelle primarie i volti nuovi che entreranno in Parlamento però non sono molti.

Alberto Vitucci 

4.1.13

Post Primarie: il PD fa il conto con i maldipancia, anche nel veneziano


Il Pd fa i conti con i mal di pancia

 Il Pd, reduce dalle primarie dei parlamentari, è alle prese con i mal di pancia evidenti dell’ala cattolica, rimasta a bocca asciutta, e con la formazione delle liste in vista delle prossime elezioni politiche. Insistenti le voci che vogliono in lista, cooptati dalla segreteria nazionale, Andrea Martella e Pierpaolo Baretta più una donna. In corsa c’è Laura Puppato, oltre a Davide Zoggia che dovrebbe trovare un posto sicuro in Sicilia. Le primarie hanno decretato la vittoria dell’ala sinistra del partito rispetto agli ex Margherita. E c’è chi ora apertamente dice che non ci sta. 
Parlano Rodolfo Viola e Marco Stradiotto, che sono stati battuti dall’ala ex Ds . Il primo smentisce di voler restituire la tessera ma si dice molto deluso. «Sono deluso ma non mollo il Pd. Non ho voglia di queste discussioni in questo momento ma vorrei invece una riflessione su cosa sta diventando il Partito Democratico dopo queste primarie. Non mi lamento del risultato ma segnalo un disagio che ora sta avanzando perché , dopo il voto, il Pd assomiglia a qualcosa di vecchio». Ovvero i vecchi Ds. Stradiotto ieri ha preso l’aereo ed è volato a Roma. Dalla sua ha un appello che sta circolando, lanciato dal vicesindaco di Caerano San Marco (Tv), Daniele Guiotto e che punta a chiedere a Pierluigi Bersani e a Rosanna Filippin di rimettere in gioco il senatore di Martellago. Lui spiega: «Ringrazio gli amici che mi sostengono. Il fatto è che in questo momento pare che chi ha avuto il coraggio di candidarsi alle primarie vale meno di chi questo coraggio non ce l’ha avuto. E allora era meglio non candidarsi alle primarie. Spero che il regionale valuti il lavoro che ho fatto. Io non discuto dei voti ma ritengo che oltre ai numeri si debba anche fare una scelta meritocratica sul lavoro fatto e sul contributo da dare. Il Veneto è strategico per la vittoria alle prossime politiche. Certo è che se vedrò in lista persone che io non ritengo all’altezza della qualità che penso di avere, allora poi sarò libero di reagire e sarò giustificato». 
In lista entreranno tutti e undici i candidati delle primarie veneziane, distribuiti tra Camera e Senato ma saranno pochi ad avere davvero chance di ottenere l’elezione in Parlamento. Tra i certi ci sono il senatore uscente Felice Casson ( il più votato in provincia) e il segretario provinciale Michele Mognato. Se Casson preferirà correre al Senato, Mognato correrà per la Camera. Questo uno degli scenari possibili. Un posto certo anche per la deputata uscente Delia Murer, mentre la giovane Sara Moretto non avrà certezze fino al 25 febbraio. Non è parente di Marcello Basso e ha sostenuto Renzi. Posti garantiti non solo dai numeri ma anche dal rispetto delle differenze di genere, previste per comporre le liste dei candidati Pd per Camera e Senato. L’ultima parola spetta alla direzione regionale convocata sabato da Rosanna Filippin mentre quella nazionale è confermata per l’8 gennaio. Per quella data la direzione di Bersani svelerà quali saranno i parlamentari veneziani che otterranno il paracadute per entrare in lista. 

Mitia Chiarin

2.1.13

Primarie PD: il successo di Felice Casson nel veneziano


Il successo di Casson un big di peso nazionale

PADOVA La sfida è lanciata: il Pd coltiva l’ambizione di diventare il primo partito e di strappare (assieme a Sel) il premio al Senato, a spese di Pdl e Lega che i sondaggi indicano in caduta libera. Il primo step sarà la composizione delle liste: si tratta di trovare un equilibrio tra il «listino» del segretario Bersani e i verdetti della «parlamentarie». Le sorprese non mancano. Perché più che di rinnovamento di tratta di un vero ciclone, che spazzato via tutti gli equilibri. I vincitori delle primarie sono tre: Felice Casson a Venezia con 4.914 preferenze, Alessandro Naccarato a Padova con 5.454 consensi e Federico Ginato a Vicenza con 6.061, il più votato in Veneto. Felice Casson, ex magistrato, ha tutti i titoli per aspirare al posto di capolista al Senato. L’altro big «nazionale» è l’onorevole Pier Paolo Baretta: l’ ex segretario aggiunto della Cisl in Veneto potrebbe sfidare Giorgio Santini, il numero due di Bonanni che la lista Monti vuole far scendere in campo. Casson nell’ultima legislatura si è imposto come il massimo esperto di sicurezza ambientale nei posti di lavoro e nel processo legislativo per evitare altri casi Ilva e Petrolchimico. A Roma si sta valutando di inserirlo nella quota nazionale, alla pari di Davide Zoggia, il responsabile nazionale degli enti locali che Bersani candiderà in Sicilia dopo la vittoria di Crocetta. Da decidere anche la collocazione di Alessandra Moretti: la portavoce in tv di Bersani è più a Roma che a Vicenza e si sta giocando il posto di capolista alla pari di Laura Puppato, che dovrà fare i conti con il verdetto delle primarie di Treviso che hanno assegnato la vittoria a due sindaci donna. Infine Andrea Martella spera di essere salvato nel listino nazionale in quota Veltroni. Non sarà facile comporre il puzzle anche se la segretaria regionale Rosanna Filippin ha le idee molto chiare: alla Camera entrano di diritto i vincitori delle primarie delle sette province e poi tutto verrà deciso sulla base dei voti ottenuti. Quelli del 2008 assegnano 3 seggi a Venezia e a Padova e 2 a Vicenza, Verona e Treviso e 1 a Belluno e Rovigo. Con un biglietto sicuro per Roma sono quindi il bellunese Roger di Menech, il segretario del Pd di Rovigo Diego Crivellari, e poi i padovani Alessandro Naccarato, Giulia Narduolo e Giancarlo Piva con Margherita Miotto in stand-by. A Trevisobrindan al successo Simonetta Rubinato e Floriana Casellato, a Venezia Felice Casson, Michele Mognato, Delia Murer con Sara Moretti in lista d’attesa. A Vicenza Federico Ginato e Daniela Sbrollini. A Verona Diego Zardini e Vincenzo D’Arienzo con Alessia Rotta ripescata per la quota donne. (al.sal.)