la Nuova Venezia — 9 giugno 2009«Io favorito perché ora si parlerà di programmi»
VENEZIA. «Tra quindici giorni la partita sarà completamente diversa. Non ci sarà più il traino della politica. Parleremo di programmi e di amministrazione. Io sono disponibile fin da subito a un confronto pubblico con la mia avversaria». Superata la delusione del primo pomeriggio, quando a un certo punto sembrava addirittura che la Zaccariotto potesse farcela al primo turno, il presidente uscente Davide Zoggia incassa il risultato e passa al contrattacco.
Nella sede del suo comitato elettorale, nell’ex sede del Pci in piazza Ferretto, Zoggia si fa vedere soltanto a tarda sera. Per tutto il pomeriggio si è tenuto in collegamento con i suoi fedelissimi, Matteo Bellomo e Giuseppe Chaia, incollati al computer per seguire i dati che arrivavano molto lentamente dalla Prefettura. Per un paio d’ore la Zaccariotto è avanti di quasi 20 punti. Nello stato maggiore del Pd circola il panico. Una sconfitta al primo turno potrebbe essere diastrosa. Lentamente Zoggia risale. Man mano che arrivano i risultati dal comune di Venezia la forbice si restringe. Poi arriva la «botta» da Chioggia, Mira e la Riviera riequilibrano. Un’altalena da cardiopalmo. Alla fine il risultato si assesta. Zaccariotto avanti di sette punti, 30 mila voti più di Zoggia.
Ma la partita non è persa, gli dicono i suoi collaboratori. «Davide può farcela», lo conforta Massimo Cacciari. E il distacco può essere recuperato.
Zoggia, allora Lei si sente ancora in gioco.
«Altroché. Al ballottaggio la partita sarà completamente diversa, ne sono sicuro».
Ci sono 30 mila voti di differenza tra Lei e la sia avversaria. Se lo aspettava?
«Beh, vedendo i dati delle Europee di domenica sera poteva andare anche peggio. Ripeto, il voto per le provinciali ha risentito del fattore politico nazionale. Ma oggi è andata un po’ meglio».
In che senso?
«Parlo di numeri. C’è una piccola avanzata del centrosinistra rispetto alle Europee e invece c’è una flessione della destra, che ieri aveva il 50,1 per cento».
Come pensate di recuperare lo svantaggio?
«Parlando di programmi e non di politica, affrontando i problemi e le cose che interessano alla gente. Facendo capire che è necessario tornare a votare il 21».
Sono importanti anche le alleanze con gli altri candidati, a partire dall’Udc.
«Certamente. Siamo disponibili a confrontarci sulle questioni programmatiche con Ugo Bergamo e l’Udc, e con Vittorio Salvagno dei socialisti autonomisti. Ma ci incontreremo anche con Michele Boato. Ripeto, non per alleanze tattiche ma per parlare di programmi, di cose da fare insieme. Sono sicuro che troveremo un’intesa. Non mi pare che l’Udc abbia condiviso la politica della Lega».
Dunque il 21 giugno è possibile cambiare marcia.
«Ne sono sicuro. La partita sarà completamente diversa, ci sono in campo i candidati più che le forze politiche e i loro leader nazionali. Insomma, le nostre facce: bisogna parlare di cose concrete lasciando perdere gli slogan. Lo ripeto, sono pronto a confrontarmi da subito con la Zaccariotto sulle questioni programmatiche. Poi gli elettori decideranno».
Dalle urne è arrivata qualche sorpresa?
«Beh, dalle spiagge il dato è omogeneo, non molto buono. Anche a Chioggia abbiamo perso malamente. Credo che sia un voto che ha risentito molto della politica più che di ragioni amministrative. Stiamo valutando le contromisure da prendere. Ma abbiamo avuto anche buoni risultati. A Venezia il Pd resta il primo partito, Italia dei Valori sfiora il 10 per cento. Sono certo che il 21 giugno si giocherà una partita nuova».
Insomma non è andata malissimo.
«Direi di no. Soprattutto se guardiamo al disastro che c’è in giro per l’Italia».
Alberto Vitucci