Pagine

6.10.11

Secessionismo leghista: una bufala da smascherare, combattendo con la forza delle idee

La Nuova Venezia 6 ottobre 2011
Pd: “fuoco amico” sulla Puppato Lei: io vado avanti senza padrini

VENEZIA. Alta tensione tra i consiglieri regionali del Pd e “fuoco amico” su Laura Puppato. Mai troppo gradita all’apparato del partito, ora la capogruppo è oggetto di critiche pesanti e tra i suoi avversari c’è chi coglie l’occasione per rimetterne in discussione la leadership. Casus belli, il suo commento sull’altolà del presidente della Repubblica al secessionismo leghista: un’ampia condivisione, accompagnata dalla perplessità sul richiamo alla «repressione militare» dell’indipendentismo contenuto nelle parole di Giorgio Napolitano, giudicato eccessivo a fronte della «pochezza» del separatismo padano.
Tanto è bastato a scatenare il fuoco di fila; le polveri le ha accese il segretario regionale Rosanna Filippin; a rincarare la dose hanno provveduto i consiglieri Piero Ruzzante e Mauro Bortoli, nonché il dirigente nazionale Andrea Martella. Leit motiv: il Presidente ha «perfettamente ragione», il secessionismo va combattuto «senza ambiguità», il popolo padano «non esiste»; insomma, il verbo del Quirinale non si discute e guai a chi osa formulare obiezioni.
Tanta enfasi, a prima vista eccessiva, riflette nella realtà l’insofferenza che l’ala pidiessina del Pd malcela verso una leader che non proviene dai circuiti del partito ma dal movimento ambientalista. Che ha esordito in politica sbancando la roccaforte leghista di Montebelluna ed è entrata in consiglio regionale con un record di preferenze trasversali. Cooptata nella direzione nazionale democratica, è diventata presidente del Forum dell’Ambiente per volontà del segretario Bersani ma la circostanza non la preserva dalla fronda. «Personalismo», «mancanza di collegialità», «incapacità di coagulare le forze d’opposizione», le imputazioni ricorrenti.
Lei, Laura Puppato, non si scompone: «Un attacco strumentale ma sono serena, come sempre. Chi esterna dovrebbe leggere i contenuti e non solo i titoli. Forse l’avvicinarsi delle scadenze elettorali sta innervosendo qualcuno. L’apparato non mi ama? Pazienza. Io non ho padrini e a differenza di altri preferisco confrontarmi con la società civile».
-------
L’ira del Pd, Puppato sotto assedio
La Nuova Venezia 05 ottobre 2011

VENEZIA. Laura imputata di «reato politico connesso»: siamo a questo punto nel Pd. Laura Puppato, capogruppo in Regione, condanna l’appello alla secessione di Bossi e si permette di definire «eccessivo» il richiamo alla repressione militare di Napolitano? Mal gliene incoglie: scatta come una molla l’istinto riflesso degli ex Ds, che la mettono sotto processo. Il veneziano Andrea Martella si dichiara «stupefatto dalle parole della capogruppo». Mauro Bortoli, consigliere padovano, «sta con il presidente Napolitano».
Come se un distinguo potesse sconfinare in un oltraggio. Sulla stessa linea Rosanna Filippin, segretaria regionale del partito: «Tra le sciocchezze della Lega sulla secessione e il richiamo di Napolitano alla coesione nazionale, non c’è e non ci può essere alcuna ambiguità. Il Pd sta con il Presidente Napolitano».
Per la verità, Laura Puppato centrava l’«eccesso» sulla parola «militare», riferita peraltro da Giorgio Napolitano ad altra epoca storica, i moti indipendentisti siciliani dei tempi di Andrea Finocchiaro Aprile, fine seconda guerra mondiale. E’ passato un po’ di tempo, le condizioni sono mutate. Peraltro la secessione di Bossi sembra l’araba fenice, che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa. Ma tant’è: «Questo non è il momento per fare polemiche, ma sono rimasto stupefatto nel leggere le parole di Laura Puppato che non si è schierata in maniera netta dalla parte del capo dello Stato», scandisce Martella, secondo il quale la capogruppo del Pd «minimizza la pericolosità della deriva leghista».
«Ha ragione Puppato a sottolineare che l’Italia è ricca di diversità - dice Rosanna Filippin - ma il punto politico è che la Lega ha fallito proprio sulla promessa del federalismo e oggi invoca la secessione per coprire il disastro di un’azione di governo che non ha né aumentato l’autonomia dei territori, né ridotto la pressione fiscale».
«Io ho fatto presente che non è il caso di dar valore e forza, offrendole un palcoscenico, ad una secessione che nei fatti non c’è e non ha radicamento - si difende invece Laura Puppato -. Considerare la secessione un rischio tale da valutare anche l’ipotesi militare, potrebbe accrescerne il senso valoriale e consensuale». (r.m.)

Pd sferzante: Lega vecchio cane che non morde
La Nuova Venezia 2 ottobre 2011

VENEZIA. La secessione? «E’ il rifugio propagandistico di chi ha fallito e non sa come mascherare il tradimento delle sue promesse. La Lega? «Un cane invecchiato che abbaia ma non morde. Non ha portato a casa nessuna delle condizioni poste a Pontida e si ritrova a salvare un ministro indagato per mafia: bell’epilogo dopo vent’anni passati a gridare contro Roma ladrona». Rosanna Filippin, segretario del Pd Veneto, non usa mezzi termini nel commentare le reazioni leghiste alle parole del Presidente: «Ha ragione Napolitano, l’Italia cresce solo se cresce tutta assieme. Anzi, io dico che l’unica uscita dalla crisi può essere europea. Se di fronte alla crisi gli Stati nazionali sono impotenti, figurarsi improbabili entità come la Padania sognata da Bossi». «La verità è che la Lega non sa come nascondere il fallimento del federalismo. I territori subiscono tagli su tagli, la pressione fiscale è la più alta in Europa. Il centrodestra ha soffocato imprese e lavoro. Il Paese vuole voltare pagina e lo dimostrano anche il milione e duecentomila firme raggiunte contro il Porcellum by Calderoli».
Conclusione: «Il sentimento nazionale non è una retorica: l’unione di tutte le forze sane del Paese è la premessa per la ricostruzione di un paese distrutto dal berlusconismo. E la Lega sa che il secessionismo non è profeta nemmeno a casa propria: in Veneto il senso nazionale è più forte del sentimento secessionista, anche tra chi ha votato centrodestra».
(...)