Fincato: nel Pd metodi vecchi, ritiro la candidatura
L’assessore veneziano contesta la scelta del partito di mettere capolista Luigi Berlinguer: «Nulla è cambiato nella concezione dirigista»
Venezia- Laura Fincato si tira fuori: non sarà candidata per il Pd alle prossime Europee. «Mi ritiro», ha annunciato ieri. Una scelta maturata negli ultimi due giorni, ma di fatto già presa dopo che da Roma il partito aveva scelto il settantasettenne sassarese Luigi Berlinguer come capolista nella circoscrizione del Nordest. Erano piovute critiche da tutte le parti, il primo a tuonare era stato il sindaco di Venezia Massimo Cacciari. E adesso che Laura Fincato si è ritirata, Venezia si ritrova priva di rappresentanza: non correrà l’eurodeputato uscente Paolo Costa (che polemicamente si è fatto da parte dopo che i vertici regionali del Pd non l’hanno indicato nella rosa dei candidati da sottoporre a Roma) e al posto della Fincato in lista entrerà un veronese: il sindaco di Legnago Silvio Gandini.
Laura Fincato, intanto, in una lunga lettera spiega le ragioni del suo rifiuto: «È corretto permettere che vengano completate le liste dichiarando, dopo una riflessione profonda, che non sottoscrivo la candidatura perché non vi sono più ragioni politiche e tanto meno personali che possano motivarmi ad affrontare una campagna elettorale». Una campagna elettorale - sottolinea l’assessore della giunta Cacciari - «che pure avrei vissuto, nella sua difficoltà e con tutti i rischi, solo se non fosse stata prodotta una decisione incomprensibile e quindi non condivisibile, almeno per me. Mi riferisco alla scelta del capolista che dà il segnale che nulla è cambiato nella concezione dirigistica di Roma nel poco rispetto dei territori. Questa scelta si aggiunge all'altra decisione, ancora più deprimente da un punto di vista anche elettorale, di non candidare il sindaco di Padova Flavio Zanonato».
La lista votata all'unanimità dalla direzione regionale del Pd Veneto - continua Fincato - «non è stata così prodotta nella sua interezza alla direzione nazionale perché si sono decise regole. Sempre quando la politica non sa governare si danno regole che subito dopo vedono applicate eccezioni ad libitum!».
Regole dello Statuto (rinnovamento e rapporto con i territori) «che sono state disattese ancora una volta, senza interpellare e senza ascoltare», e così nel Nordest «ci è stato calato un capolista». «Metodi vecchi, mentre si arriva a Venezia con il treno dei giovani democratici», conclude Fincato, annunciando che comunque farà la campagna elettorale «nel Pd e con il Pd nonostante la depressione politica che questa situazione ha generato, non solo a me, ma, temo, a tanti». E ancora: «Avevo dato la mia disponibilità ad una verifica di percorribilità politica di candidatura. Non posso volere che questa disponibilità sia interpretata come presenza inutilmente ambiziosa, ma neanche (con la mia storia personale e politica che rivendico) da bandiera “afflosciata”».
Laura Fincato resta così a Venezia a fare l’assessore. E a Venezia rammarico per la scelta di ritirarsi dalla corsa per Bruxelles viene espressa dal segretario del Pd, Gabriele Scaramuzza: «Io avrei auspicato che Laura Fincato mantenesse la sua candidatura, ma oggettivamente, in assenza di quella sintesi alta che sarebbe stata necessaria, le ragioni politiche della sua candidatura sono in parte venute meno».
Alda Vanzan
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Le lacrime di coccodrillo del Pd veneto
Antonino Stinà *
*assemblea provinciale del PD di Venezia
La polemica diffusa nel PD del Veneto relativamente alla lista per le elezioni europee mi lascia perplesso. Credo si stiano scaricando addosso a Franceschini colpe non sue, o meglio non esclusivamente sue. Innanzitutto sarebbe bello sapere se i rappresentanti veneti nella direzione nazionale abbiano votato a favore o contro la proposta presentata dalla segreteria nazionale. Non abbiamo avuto notizia di voti contrari, e nel PD, partito nuovo, sarebbe opportuno che il dissenso si esprimesse anche attraverso voti contrari.
In secondo luogo il PD del Veneto, a tutti i livelli, da quello regionale a quello dei diversi territori, dovrebbe fare mea culpa sulla propria incapacità di pensiero strategico e di partecipazione democratica rispetto alle proprie scelte. Si è scelto di non porsi il problema della rappresentanza della nostra regione in Europa. Una rappresentanza che avrebbe dovuto essere quanto più autorevole possibile in considerazione dei grandi legami che la nostra regione ha con l’Europa, e nuova, capace di trasmettere l’innovazione di cui il PD vorrebbe farsi portatore.
Questo percorso avrebbe dovuto coinvolgere il PD a tutti i livelli, dai circoli in su, per esplorare nuovi ambienti, per coinvolgere persone autenticamente democratiche. Questo processo si sapeva in partenza che sarebbe stato lungo, complesso, e non traguardato solo alle prossime elezioni, ma anche capace di guardare più in la, magari alle elezioni regionali del 2010, per vedere se da qualche parte nel nostro Veneto, si nasconda qualche personalità capace di lanciare una sfida seria a Galan.
Niente di tutto questo è stato fatto. La discussione è stata blindata nei caminetti dei capobastone del partito che incapaci di guardare avanti, non hanno saputo fare niente di meglio che candidare ciascuno un proprio esponente. Per questo le lamentele di questi giorni sono lacrime di coccodrillo. Non si può criticare la segreteria Nazionale che ha imposto senza dibattito Berlinguer a capolista, se i nominativi dei candidati veneti sono stati fatti seguendo il medesimo percorso.
Fa bene Laura Fincato a riflettere sul ritiro della propria candidatura. Farà ancora meglio a ritirare la propria candidatura segnalando in modo palese il suo desiderio di non essere parte di un processo sbagliato che ha portato a candidature sbagliate con il rischio di vedere cancellata la rappresentanza del Veneto in Europa. Farebbero bene a farlo anche gli altri candidati veneti facendo in modo da costringere tutto il nostro partito a riprendere una discussione ampia, anche se necessariamente veloce, per verificare la possibilità di esprimere una candidatura veneta, autorevole, fresca, capace di centrare l’elezione al Parlamento Europeo.