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26.6.12

Da nord, per la ricostruzione nazionale

La Nuova Venezia 26 giugno 2012


PADOVA La coincidenza spazio-temporale con il congresso del Carroccio autorizza ipotesi maliziose ma Laura Puppato taglia corto: «La Lega non è più un nostro competitor». Premessa balzandosa, quella del capogruppo regionale del Pd, alla presentazione del forum settentrionale del partito che sabato, a Milano, riunirà le assemblee di Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e Liguria. Lo slogan («Da nord per la ricostruzione nazionale») echeggia un po’ la formula dell’«usato sicuro» di Pierluigi Bersani, chiamato a concludere i lavori: federalismo ma senza strappi, autonomia del territorio ma nella cornice tricolore.

 «Quest’idea è nata ben prima degli scandali che hanno colpito Lega e Pdl», fa sapere il segretario veneto Rosanna Filippin «perché una questione settentrionale esiste, anzi, è più attuale che mai e non vogliamo che lo tsunami amministrativo travolga la riforma federalista di cui c’è bisogno per far ripartire il Paese. Il Nord esprime il 30% della popolazione italiana e il 50% del Pil, perciò il progetto di cambiamento deve decollare da qui». 

Nel forum si lavorerà per temi al Veneto è affidato il coordinamento del gruppo dedicato a fisco e autonomie locali. «C'è un'iniquità fiscale da correggere», riprende Puppato «e riguarda la ripartizione del carico tra i territori e tra rendita e lavoro. La nostra indicazione è per un'Imu e la tassa di Registro restino al 100% ai Comuni, primo passo per una vera autonomia fiscale degli enti locali. E per un Patto di Stabilità che liberi risorse per gli enti locali: la rigidità degli attuali vincoli di spesa non è stata dettata dall’Unione europea, è opera del Governo Berlusconi». 

Il sospetto: cavalcare le pulsioni nordiste senza scontentare il centralismo romano, istituzionale e di partito, non equivale a sparare a salve? «Le gestioni centraliste non saranno più ammesse, neppure dentro il Pd», è la replica di Filippin «lanciare i progetti di governo a partire dai territori è anche un modo concreto di innovare le modalità del fare politica. Un cambiamento che deve riguardare anche i meccanismi di scelta dei futuri candidati al Parlamento». 

Bersani è d’accordo? «Certamente». Eppure il segretario aveva storto il naso all’idea di un Pd veneto federato alla direzione romana... «Non è importante l’etichetta ma la sostanza», ribatte Puppato «noi non vogliamo frazionare il partito ma crediamo che il Nord sia portatore di esigenze e visioni utili all’intero Paese a cominciare dalla volontà di riformare lo Stato: l’amministrazione pubblica italiana è la più lontana d’Europa dai cittadini». 

Fin qui le primedonne del partito democratico, che accantona le divergenze congelando i potenziali motivi di contrasto. Un esempio? La nomina del vicesegretario regionale, vacante dopo l’addio di Andrea Causin, approdato a Italia Futura. Un sondaggio interno ha rivelato un netto disaccordo sul nome del successore: la casella resterà vuota. (f.tos.)