la Nuova Venezia — 22 febbraio 2009
Il Veneto si schiera con il segretario
ROMA. Il Veneto sta con Franceschini: i delegati del Pd partiti ieri in treno e in macchina verso l’assemlea nazionale di Roma hanno ampiamente apprezzato sia la relazione che l’elezione del giovane vice di Veltroni.
Bene l’attenzione ai territori e il rinnovamento della classe dirigente, ma in ottobre sarà congresso vero: è l’opinione che circola tra i delegati veneti. «
Ora rimbocchiamoci le maniche per le elezioni di giugno» è l’appello di tutti. E il segretario Paolo Giaretta applaude il giovane ferrarese neo-segretario: «Un grande discorso, da vero leader. Ci sono parole chiare su temi difficili». «Franceschini? Non è per nulla un signor nessuno. Anzi». Paolo Giaretta ne è convinto. Il neo-segretario nazionale del Pd può fare bene, e può ridare entusiasmo al territorio. «All’assemblea nazionale c’è stata grande consapevolezza del momento difficile che il partito sta attraversando - sottolinea il segretario dei democratici veneti al ritorno dalla trasferta nella capitale - E’ riemerso forte l’orgoglio di partito, l’idea che il progetto del Pd è troppo bello per farlo affondare per debolezza o viltà». Adesso però tocca passare dalle parole ai fatti». Due sono gli annunci che hanno colpito il senatore padovano: «La necessità di concentrarsi sui temi che riguardano le condizioni di vita dei cittadini e la forte scelta di un partito che cammina sulle gambe dei territori e non su quelle della nomenclatura» conclude Paolo Giaretta.
Sulla stessa linea anche il segretario regionale dei «Giovani democratici», il rodigino Filippo Silvestri: «Oggi hanno dominato due parole: responsabilità e fiducia - spiega - Franceschini è un leader autorevole e credibile: ho apprezzato il suo richiamo a costruire un’opposizione non populista ma nello stesso tempo autorevole». E il ricambio generazionale? «Noi giovani siamo chiamati a essere i garanti e i protagonisti del rinnovamento della proposta politica del Pd».
Spera in un’«opposizione dura per radicare e far crescere il partito» il veneziano Andrea Martella: «Questo progetto è oggi ancora più attuale rispetto a 15 mesi fa - sottolinea - Ci sono stati dei limiti, ma anche ampie opportunità. Bene il deciso rinnovamento prospettato da Franceschini. Adesso ci concentreremo sugli appuntamenti elettorali. E poi in ottobre ci sarà il congresso in cui si confronteranno linee politiche e leadership».
«In questo momento difficile e con le scadenze elettorali alle porte non si poteva fare in modo diverso» aggiunge Giorgio Isetta, democratico di Montebelluna, che alle ultime primarie ha sposato la candidatura di Enrico Letta. «Spero che questo rinnovamento abbia delle ripercussioni anche a livello locale, soprattutto nel trevigiano dove serve più entusiasmo». Di Franceschini ha apprezzato le indicazioni chiare su temi importanti, ma il congresso di ottobre dovrà essere un confronto vero: «Bisogna sciogliere tutti i nodi di linea politica che ci siamo portati dietro finora».
All’assemblea nazionale alla fiera di Roma ha partecipato anche Piero Ruzzante, ex deputato padovano e oggi a capo della segreteria politica del gruppo parlamentare del Pd: «Ha prevalso il senso di responsabilità - spiega - Comprendo la spinta per il rinnovamento di chi chiedeva delle primarie subito. Ma credo che eleggere Franceschini sia stata la scelta migliore: adesso è il momento di rimboccarsi le maniche per le elezioni di giugno». I punti forti del neo-segretario? «Ho apprezzato le sue parole sulla laicità dello stato. E la netta presa di posizione sul testamento biologico - riflette Ruzzante - E poi ha preso una posizione chiara sulla collocazione europea del Pd: non può che stare nell’area del socialismo». E il congresso di ottobre? «Un confronto non solo sui nomi, ma soprattutto sulle linee politiche».
(Claudio Malfitano)