30.12.11
Mirano: alle Primarie il candidato PD è Maria Rosa Pavanello
1.11.11
Nel PD Veneto c'è spazio per tutti: anche per gli ex-rottamatori di Matteo Renzi
6.10.11
Secessionismo leghista: una bufala da smascherare, combattendo con la forza delle idee
23.9.11
Veneto-City il no del PD
Venezia, 23 settembre 2011
DICHIARAZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO SU VENETO CITY
Era già successo nel passato che
È una firma che ha avuto caratteri di inedita urgenza e assoluto pressappochismo.
Questa è la nostra prima obiezione ed il blitz della convocazione improvvisa del Consiglio Comunale di Dolo, addirittura con procedura di urgenza, ne è la conferma.
Un’operazione immobiliare di tale portata e l’enorme dimensione del progetto proposto dovevano consentire e prevedere il massimo di coinvolgimento, discussione, trasparenza e partecipazione dei cittadini, delle forze economiche e sociali, così come abbiamo sempre sostenuto ai vari livelli politici e amministrativi.
Non abbiamo mai avuto pregiudiziali nell’esaminare i contenuti, anche perché l’area del piano in parte era già stata destinata negli anni ottanta ad attività economiche dagli strumenti urbanistici comunali.
Abbiamo sempre lavorato affinché ci fossero tutte le garanzie di sostenibilità per l’impatto che tutto ciò poteva produrre sul piano viabilistico, ambientale e socioeconomico.
Così come volevamo sapere che cosa si voleva fare, per cosa e come tutto ciò si intrecciava con il sistema di forte infrastrutturazione prevista e con gli altri insediamenti, compresi quelli di logistica legati all’interportualità padovana, alla portualità veneziana e al tema del rilancio di Porto Marghera.
Chi ha memoria ricorda che si parlava genericamente d’insediamento universitario, attività innovative e di ricerca, di servizi di scala regionale senza dichiarazioni concrete di impegno o interesse.
Ci pare di poter dire ora che tutto si è ridotto a un insediamento di grandi centri commerciali con conseguenze pesantissime sui centri urbani esistenti.
Come abbiamo fatto nel passato e ancor di più oggi, e condividendo la sostanza di molte osservazioni che sono state presentate, ribadiamo la necessità di:
- sospensione dell’iter autorizzativo nell’attesa che lo stesso progetto venga assoggettato alla Valutazione Ambientale Strategica così come richiesto dal Comune di Dolo nel 2009, allora guidato dal Centrosinistra;
- non computare gli interventi di compensazione o mitigazione idraulica nella superficie a verde pubblico;
- stralcio delle superfici destinate a medie e grandi strutture di vendita;
- consistente riduzione dell’indice di edificabilità;
- rivedere il conteggio del rapporto tra beneficio pubblico e privato;
- considerare l’impatto viabilistico sull’intero sistema della Riviera del Brenta e del Miranese;
- sviluppare uno studio idraulico su un’area vasta per le ripercussioni che l’intervento può avere sulla rete scolante complessiva.
Sono queste solo alcune delle ragioni che ci portano ad esprimere il nostro forte dissenso su tale progetto sia per la gran fretta con cui si è approvato l’accordo di programma e sia per molti dei suoi contenuti.
Il Partito Democratico sarà alla manifestazione di Confesercenti.
È importante che su un intervento di questo tipo emergano tutte le contraddizioni e anche le ambiguità di chi in campagna elettorale aveva detto NO a Veneto City.
Michele Mognato, Segretario Provinciale PD Venezia
Renato Martin, Capogruppo Provincia di Venezia
Laura Puppato, Capogruppo PD Regione Veneto
Lucio Tiozzo, Consigliere Regionale
Bruno Pigozzo, Consigliere Regionale
Pierpaolo Baretta, Deputato
Andrea Martella, Deputato
Delia Murer, Deputato
Rodolfo Viola, Deputato
Marco Stradiotto, Senatore
Franca Cecilia Donaggio, Senatrice
17.9.11
Perché il PD provinciale veneziano collabora attivamente al successo del referendum anti-Porcellum
17.8.11
2 anni di giunta Zaccariotto: i numeri del fallimento
La Nuova Venezia 17 agosto 2011
«Solo aumento d’imposta e niente tagli alla politica»
«Solo i frutti avvelenati del federalismo, con aumento delle imposte per i cittadini come Rc auto e prossimamente anche Imposta di trascrizione delle automobili, Ipt, invece di ridurre i costi della politica, riducendo il numero degli assessorati e del personale delle segreterie politiche, nonché i rimborsi chilometrici agli amministratori». E’ questa la prima critica che il Pd muove alla giunta Zaccariotto in un documento in 10 punti che - tra critiche e controproposte - in agosto getta le basi della polemica politica contro la giunta di centrodestra. Proseguendo, il Pd accusa l’amministrazione provinciale di totale assenza nella pianificazione per il turismo, proponendo di integrare i tagli regionali con fondi provinciali per ridare forza alle Apt come strumento di coordinamento territoriale. Il Pd accusa la giunta di silenzio sulle grandi infrastrutture e di blocco delle opere pubbliche, come idrovia, Romea commerciali, Treviso mare, fino all’insufficiente coinvolgimento dei Comuni sulla Tav, per la quale il Pd chiede di valutare la propria proposta di tracciato. Anche sul tema caro alla Lega della sicurezza, il Pd accusa la giunta di inadeguatezza, mancando piani di coordinamento alle forze dell’ordine: controproposta, l’avvio dei collegamenti telematici per connettere i sistemi di videosorveglianza del territorio e coordinamento della Polizia provinciale con le forze di polizia, privilegiandone l’uso sulle sue specifiche competenze, oggi ridotte al 12% delle mansioni. Il Pd contesta anche l’accettazione passiva dei tagli regionali ai trasporti, chiedendo alla Provincia un tavolo con Regione e Comuni per gestire la ricaduta e per accelerare la realizzazione della Sfmr. Infine, il Pd chiede il rilancio e non la dismissione (come accaduto per il Coses) delle società partecipate, a partire dall’ Irsesc.
2.8.11
Venezia: l'offensiva d'autunno del PD, politica e culturale
Bersani lancia la sfida a Bossi
In settembre Venezia diventa capitale della politica, oltre che della cultura. Non solo Mostra del Cinema. Non solo Campiello. Ma anche tanta politica, con l’arrivo in città di molti leader nazionali per aprire una stagione, che si preannuncia incandescente.
Quest’anno di fronte al tradizionale raduno leghista, in programma il 18 settembre in Riva Sette Martiri, il Pd non starà a guardare. Ha organizzato in centro storico, tra l’Erbaria e Campo San Giacometto, la Festa Nazionale della Pubblica Amministrazione - dal 13 al 17 settembre - con le conclusioni di Bersani, il giorno prima dell’arrivo di Bossi.
Ma andiamo con ordine.
La settimana successiva, il 14 settembre, è prevista la mobilitazione dell’Anci nazionale di tutti i sindaci del Nord per «Richiamare la massima attenzione dell’opinione pubblica, delle istituzioni, dei partiti e delle organizzazioni sociali ed economiche del Paese, sulla pesante e grave situazione economico-finanziaria, ma anche istituzionale, in cui versano tutti i Comuni».
Intanto il 13 prenderà il via la Festa nazionale della Pubblica Amministrazione del Pd con la partecipazione di vari leader del partito. Oltre a Bersani, arriveranno certamente i capigruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro; la presidente del partito Rosy Bindi e il vice-segretario Enrico Letta.
Sabato 17 le conclusioni di Bersani in Erbaria e il giorno dopo il raduno leghista, battezzato la Festa dei Popoli Padani, giunto alla sedicesima edizione, con il discorso finale di Bossi, che dal 1996 senza interruzioni sbarca in laguna con l’ampolla d’acqua del «dio» Po per sversarla in laguna.
Quello del 18 settembre, sarà con ogni probabilità l’ultimo raduno con la bandiera tricolore esposta dal balcone della signora Lucia Massarotto, che ha ricevuto lo sfratto e dovrà lasciare l’appartamento.
Il Pd lancia una doppia sfida alla Lega.
Prima, chiamando a raccolta a Venezia i sindaci delle grandi città nordiste governate dal centrosinistra, dove, dopo l’ultima tornata elettorale, vive il 65 per cento della popolazione del Settentrione. E tra i sindaci del centrosinistra c’è un gran fermento, un’attività che ricorda il movimento dei primi cittadini dell’inizio degli anni Novanta, sebbene nel frattempo sia cambiato il mondo. Alla fine di luglio, prima si sono incontrati Fassino e la Vincenzi, quindi Merola e Stefano Boeri, assessore milanese della giunta Pisapia. E in precedenza Fassino si era visto anche con Merola. Ma l’obiettivo finale è l’incontro del 6 settembre a Venezia.
La settimana successiva il Pd porterà in laguna la Festa nazionale della Pubblica Amministrazione. Un forum proprio nella città del ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, che solo un anno fa ha perso la corsa a sindaco con Orsoni.
«Una manifestazione molto importante», osserva Davide Zoggia della segreteria nazionale del partito, «che costituisce un riconoscimento al buongoverno di Venezia e una risposta alla demagogia del meeting leghista, con iniziative fondate sui contenuti che affrontano i temi vicini alla gente».
Nel corso della Festa è prevista un’assemblea con gli amministratori locali, «in particolare quelli del territorio», evidenzia Gabriele Scaramuzza, «oltre ad iniziative che mirano a portare alla luce i temi relativi alla semplificazione legisaltiva, alla trasparenza, e al taglio degli enti inutili».
Ma la scelta di Venezia, come ricorda il segretario provinciale Michele Mognato, «rimarca come il centrosinistra governi la città capitale del Nordest, dove l’economia lamenta in modo particolare i ritardi e l’inefficienza del governo Berlusconi, inadeguato nel fronteggiare la crisi».
25.7.11
Davide Zoggia: province e città metropolitane - la proposta del PD
Una riforma istituzionale e degli enti locali oltre le polemiche dell'antipolitica: riduzione delle province, comuni sotto i 5000 abitanti associati tra loro, le città metropolitane...parla il responsabile pd per gli Enti locali.
Ci vuole uno scatto, su questo non c`è dubbio. E la posta in gioco è alta. Da una parte c`è il crescente distacco dei cittadini dalla politica, dall`altra il bisogno di ridisegnare la fisionomia della «macchina Italia» rendendola al tempo stesso più efficiente e meno costosa. Il Pd ci sta lavorando da tempo, consapevole del fatto che la via è stretta: la crisi corre globalmente, rischia di imporre riforme che invece sarebbe meglio gestire piuttosto che ritrovarsi a subire e porta con sé anche sentimenti irrazionali che spingono a scelte improvvide. È intorno a questo nodo scorsoio che si sviluppa la discussione intorno ai cosiddetti costi della politica e intorno alla riforma degli enti locali. Il Partito democratico, per parte sua, ha presentato una proposta di legge costituzionale, primo firmatario Bersani. Consapevole di un fatto: che non c`è tempo da perdere. Sul piatto c`è l`abolizione delle province sotto i 500 mila abitanti, il loro ridisegno la contestuale creazione delle «città metropolitane». Sull`altro fronte, c`è la discussione intorno alla nascita del Senato federale.
Vediamo le province. Il Pd parte dalla proposta della loro riduzione sotto i 500 mila abitanti, e già questo porterebbe un risparmio notevole. «Ma è necessario un ragionamento più profondo», spiega Zoggia. «Una riforma seria si fa se si riconosce che un ente intermedio è necessario, per esempio quando si parla della gestione dei rifiuti, dell`acqua, dei trasporti, che non possono essere gestiti in toto né dalle regioni né dai sindaci». E perché? «Prendete i sindaci: giustamente tendono a difendere ognuno il proprio territorio, per cui spingono verso la propria parte la soluzione dei problemi». Qui le risposte possono essere due: portare i comuni sotto i cinquemila abitanti ad associarsi, come già prevede la legge 142 del `90 e la creazione delle città metropolitane. «L`idea è di sperimentare qualcosa di completamente nuovo, una sorta di fusione tra il comune capoluogo, i comuni con termini e la provincia, creando un unico ente, con precisi meccanismi di coinvolgimento. Dico che è una forma innovativa perché metterebbe queste aree in grado di competere seriamente con l`Europa». Certo, più efficenza, ottimizzazione dei processi decisionali, riduzione dei costi. «È anche un modo per dare dei segnali. Ed è pure una questione di credibilità. Quando chiedi sacrifici al paese devi essere in condizioni ottimali, devi essere in grado di dare l`esempio». Cosa che questo governo ovviamente non è in grado di fare: anzi, si attorciglia intorno ai costi della politica, «ma finora non ha fatto altro che colpire proprio gli enti locali».