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23.9.11

Veneto-City il no del PD

Venezia, 23 settembre 2011

DICHIARAZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO SU VENETO CITY

Era già successo nel passato che la Giunta Regionale avesse provato a forzare i tempi ed a fine giugno di quest’anno la Giunta di Dolo a guida leghista, insieme a quella di Pianiga ha obbedito agli ordini di Regione e Provincia firmando l’accordo di programma per Veneto City.

È una firma che ha avuto caratteri di inedita urgenza e assoluto pressappochismo.

Questa è la nostra prima obiezione ed il blitz della convocazione improvvisa del Consiglio Comunale di Dolo, addirittura con procedura di urgenza, ne è la conferma.

Un’operazione immobiliare di tale portata e l’enorme dimensione del progetto proposto dovevano consentire e prevedere il massimo di coinvolgimento, discussione, trasparenza e partecipazione dei cittadini, delle forze economiche e sociali, così come abbiamo sempre sostenuto ai vari livelli politici e amministrativi.

Non abbiamo mai avuto pregiudiziali nell’esaminare i contenuti, anche perché l’area del piano in parte era già stata destinata negli anni ottanta ad attività economiche dagli strumenti urbanistici comunali.

Abbiamo sempre lavorato affinché ci fossero tutte le garanzie di sostenibilità per l’impatto che tutto ciò poteva produrre sul piano viabilistico, ambientale e socioeconomico.

Così come volevamo sapere che cosa si voleva fare, per cosa e come tutto ciò si intrecciava con il sistema di forte infrastrutturazione prevista e con gli altri insediamenti, compresi quelli di logistica legati all’interportualità padovana, alla portualità veneziana e al tema del rilancio di Porto Marghera.

La Riviera del Brenta e il Miranese, territori delicati dal punto di vista ambientale e di indubbio interesse paesaggistico e architettonico, sono realtà ancora vivibili e devono trovare il proprio equilibrato sviluppo in un rapporto positivo con Venezia e Padova. Non possono essere considerati territori destinati a ospitare solo autostrade e centri commerciali.

Chi ha memoria ricorda che si parlava genericamente d’insediamento universitario, attività innovative e di ricerca, di servizi di scala regionale senza dichiarazioni concrete di impegno o interesse.

Ci pare di poter dire ora che tutto si è ridotto a un insediamento di grandi centri commerciali con conseguenze pesantissime sui centri urbani esistenti.

Come abbiamo fatto nel passato e ancor di più oggi, e condividendo la sostanza di molte osservazioni che sono state presentate, ribadiamo la necessità di:

- sospensione dell’iter autorizzativo nell’attesa che lo stesso progetto venga assoggettato alla Valutazione Ambientale Strategica così come richiesto dal Comune di Dolo nel 2009, allora guidato dal Centrosinistra;

- non computare gli interventi di compensazione o mitigazione idraulica nella superficie a verde pubblico;

- stralcio delle superfici destinate a medie e grandi strutture di vendita;

- consistente riduzione dell’indice di edificabilità;

- rivedere il conteggio del rapporto tra beneficio pubblico e privato;

- considerare l’impatto viabilistico sull’intero sistema della Riviera del Brenta e del Miranese;

- sviluppare uno studio idraulico su un’area vasta per le ripercussioni che l’intervento può avere sulla rete scolante complessiva.

Sono queste solo alcune delle ragioni che ci portano ad esprimere il nostro forte dissenso su tale progetto sia per la gran fretta con cui si è approvato l’accordo di programma e sia per molti dei suoi contenuti.

Il Partito Democratico sarà alla manifestazione di Confesercenti.

È importante che su un intervento di questo tipo emergano tutte le contraddizioni e anche le ambiguità di chi in campagna elettorale aveva detto NO a Veneto City.

Michele Mognato, Segretario Provinciale PD Venezia

Renato Martin, Capogruppo Provincia di Venezia

Laura Puppato, Capogruppo PD Regione Veneto

Lucio Tiozzo, Consigliere Regionale

Bruno Pigozzo, Consigliere Regionale

Pierpaolo Baretta, Deputato

Andrea Martella, Deputato

Delia Murer, Deputato

Rodolfo Viola, Deputato

Marco Stradiotto, Senatore

Franca Cecilia Donaggio, Senatrice

17.9.11

Perché il PD provinciale veneziano collabora attivamente al successo del referendum anti-Porcellum

La Nuova Venezia 17 settembre 2011
PERCHÉ VOGLIAMO IL REFERENDUM


In questi giorni nelle diverse feste del PD a Venezia come a Mestre, in Piazza Ferretto il giorno dello sciopero generale e in tanti altri comuni della Provincia di Venezia, stiamo dando una mano a raccogliere le firme per cambiare l’attuale legge elettorale, il cosidetto Porcellum, la porcata del ministro Calderoli figlia dell’accordo PdL-Lega. Ci vuole una nuova legge elettorale che ridia lo scettro ai cittadini e non permetta più un parlamento di nominati.

Per ottenere questo risultato non basta l’azione parlamentare, ci vuole una spinta in più e questa può arrivare, al di là della condivisione o meno dei quesiti proposti, solo dal successo della raccolta delle firme e da un vasto movimento che imponga questa come una delle priorità dell’azione parlamentare.

Il Partito Democratico ha presentato la sua proposta di legge per consentire all’elettore di scegliere un programma, una coalizione ed un candidato premier. Dobbiamo con decisione e tenacia forzare la situazione perché questo può essere un terremoto salutare e può aprire una nuova stagione per la riduzione drastica del numero dei parlamentari, per un federalismo con i piedi per terra con i comuni protagonisti del futuro e non sviliti del proprio ruolo.
Non abbiamo bisogno di spostare le stanze dei Ministeri da una città all’altra ma di spostare verso i territori poteri, competenze e risorse reali.

Pensando alla storia di questi anni, ho ritrovato un mio vecchio articolo del febbraio 2006 pubblicato da «La Nuova di Venezia e Mestre» in cui auspicavo che la prevista vittoria de l’Unione del centrosinistra all’elezione di quell’anno portasse una nuova legge elettorale, cosa peraltro prevista nel nostro programma elettorale. Ricordo questo perché è evidente che non possiamo più mancare a quell’impegno. È in gioco il rapporto di fiducia con tantissime donne e uomini che da un anno a questa parte sono i protagonisti della riscossa civica del nostro Paese, per la dignità delle donne, per una scuola che dia prospettiva ai nostri ragazzi, per una cultura che è pane, per il diritto al lavoro e per una società che non abbandoni nessuno. Vogliamo vincerla questa battaglia, perché è un altro tassello importante anche per restituire dignità a chi è animato dalla passione politica, e tra questi c’è anche chi non la pensa come noi. Grande parte dell’elettorato che aveva creduto nel sogno di chi, come Berlusconi, ha governato ben otto anni negli ultimi dieci, ora non ne può più.

Lo abbiamo visto mesi fa, ai tantissimi banchetti del Pd per raccogliere le firme per le dimissioni del premier Berlusconi, non hanno firmato solo i nostri elettori, molti erano i delusi del centrodestra. Ora firmiamo tutti, lavoriamo perché la proposta del Pd sia all’ordine del giorno dei lavori parlamentari. Diamo all’Italia una buona legge elettorale. Il Pd in Provincia di Venezia fa la sua parte e bene ha fatto la «Nuova di Venezia e Mestre» a scendere in campo!

Michele Mognato
- segretario provinciale del Partito Democratico di Venezia