Pd: basta con il Patto di stabilità
La Nuova Venezia 18 gennaio 2011
PADOVA. Riformare il patto di stabilità. La richiesta del Pd - sotto forma di progetto di legge - nasce per dare risposta all’affanno dei Comuni virtuosi, strangolati dai legacci del patto che ne vincola le spese. «Ho chiesto a Calderoli di ascoltare i suoi sindaci» rivela Stradiotto.
«Ho telefonato a Tosi e gli ho detto che il suo capo ci sta rovinando - aggiunge il senatore del Pd - quindi gli ho chiesto di chiamarlo».
Esempio della situazione in cui versano i Comuni è Bassano: a settembre è stato costretto a bloccare i pagamenti, pena lo sforamento del patto. I soldi - che pure erano in cassa - sono stati sbloccati solo la prima settimana di gennaio, quando l’amministrazione ha saldato debiti per 7 milioni di euro. Vittime del patto anche Caerano che, pur avendo ricevuto una donazione di un milione e mezzo di euro per fare una scuola, non può avviare i lavori, e Loreggia, falcidiata dai tagli per aver acquistato la rete del gas. E’ tra i 12 Comuni veneti che hanno sforato e sperano nel Milleproroghe per avere un po’ di respiro; domani incontreranno l’Udc a Roma. Nel frattempo, la deputata del Pd Simonetta Rubinato, invita a disobbedire al patto, soprattutto per la messa in sicurezza delle scuole. «Serve subito una buona riforma del patto che vada di pari passo con il federalismo» sostiene Marco Stradiotto, componente della Bicamerale per il federalismo. «Deve favorire i Comuni virtuosi, penalizzando gli spreconi. Ad oggi i sindaci sono di fatto commissariati da Tremonti, senza contare che ci sono situazioni troppo diverse tra loro per poter essere gestite dall’alto. Questo vale anche nel caso di un patto di stabilità regionale». Proprio sull’autonomia impositiva dei Comuni si gioca il voto del Pd sul federalismo. Dopo l’annuncio dell’introduzione della compartecipazione all’Irpef per i Comuni, resta da chiarire la copertura della cedolare e definire l’autonomia impositiva delle amministrazioni: «Andasse tutto a posto, potremmo anche votare a favore - prosegue - tuttavia c’è il rischio che per raccattare voti non venga fuori la proposta migliore».
Quanto ai numeri, Rovigo è il Comune italiano con la spesa per il personale pro capite più bassa d’Italia, 161 euro, mentre la spesa più alta è a Trento che, forte dell’autonomia, può contare su 2.807 euro pro capite. «Il patto di stabilità così com’è congegnato impone ai Comuni regole assurde» aggiunge Stradiotto. Da qui la proposta del Pd di valutare i Comuni in base a tre parametri di efficienza: spese per personale e indebitamento - in proporzione alle entrate - e grado di autonomia impositiva. I Comuni verrebbero così suddivisi a seconda che siano virtuosi - con gestione autonoma - poco virtuosi - con il blocco delle assunzioni - e non virtuosi. «Con questo federalismo i territori riceveranno più risorse tra alcuni anni, ma nel frattempo ne perdono altrettante» sostiene il segretario del Pd Rosanna Filippin
La Nuova Venezia 18 gennaio 2011
PADOVA. Riformare il patto di stabilità. La richiesta del Pd - sotto forma di progetto di legge - nasce per dare risposta all’affanno dei Comuni virtuosi, strangolati dai legacci del patto che ne vincola le spese. «Ho chiesto a Calderoli di ascoltare i suoi sindaci» rivela Stradiotto.
«Ho telefonato a Tosi e gli ho detto che il suo capo ci sta rovinando - aggiunge il senatore del Pd - quindi gli ho chiesto di chiamarlo».
Esempio della situazione in cui versano i Comuni è Bassano: a settembre è stato costretto a bloccare i pagamenti, pena lo sforamento del patto. I soldi - che pure erano in cassa - sono stati sbloccati solo la prima settimana di gennaio, quando l’amministrazione ha saldato debiti per 7 milioni di euro. Vittime del patto anche Caerano che, pur avendo ricevuto una donazione di un milione e mezzo di euro per fare una scuola, non può avviare i lavori, e Loreggia, falcidiata dai tagli per aver acquistato la rete del gas. E’ tra i 12 Comuni veneti che hanno sforato e sperano nel Milleproroghe per avere un po’ di respiro; domani incontreranno l’Udc a Roma. Nel frattempo, la deputata del Pd Simonetta Rubinato, invita a disobbedire al patto, soprattutto per la messa in sicurezza delle scuole. «Serve subito una buona riforma del patto che vada di pari passo con il federalismo» sostiene Marco Stradiotto, componente della Bicamerale per il federalismo. «Deve favorire i Comuni virtuosi, penalizzando gli spreconi. Ad oggi i sindaci sono di fatto commissariati da Tremonti, senza contare che ci sono situazioni troppo diverse tra loro per poter essere gestite dall’alto. Questo vale anche nel caso di un patto di stabilità regionale». Proprio sull’autonomia impositiva dei Comuni si gioca il voto del Pd sul federalismo. Dopo l’annuncio dell’introduzione della compartecipazione all’Irpef per i Comuni, resta da chiarire la copertura della cedolare e definire l’autonomia impositiva delle amministrazioni: «Andasse tutto a posto, potremmo anche votare a favore - prosegue - tuttavia c’è il rischio che per raccattare voti non venga fuori la proposta migliore».
Quanto ai numeri, Rovigo è il Comune italiano con la spesa per il personale pro capite più bassa d’Italia, 161 euro, mentre la spesa più alta è a Trento che, forte dell’autonomia, può contare su 2.807 euro pro capite. «Il patto di stabilità così com’è congegnato impone ai Comuni regole assurde» aggiunge Stradiotto. Da qui la proposta del Pd di valutare i Comuni in base a tre parametri di efficienza: spese per personale e indebitamento - in proporzione alle entrate - e grado di autonomia impositiva. I Comuni verrebbero così suddivisi a seconda che siano virtuosi - con gestione autonoma - poco virtuosi - con il blocco delle assunzioni - e non virtuosi. «Con questo federalismo i territori riceveranno più risorse tra alcuni anni, ma nel frattempo ne perdono altrettante» sostiene il segretario del Pd Rosanna Filippin
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