GIARETTA: UNA SFIDA INEDITA, SI VINCE SOLO A ROMA
la Nuova Venezia — 10 dicembre 2008
La costituzione del Coordinamento del Partito Democratico del Nord non è un fatto formale che riguardi solo la vita interna del maggior partito di opposizione. E’ una scelta di innovare l’organizzazione della vita politica del paese con una strada inedita. Il Partito Democratico delle 8 regioni del Nord si organizza per offrire una rappresentanza più forte di questi territori nello schieramento riformista.
Sono territori tra loro anche diversi per struttura sociale e politica, i nord sono molti, tra grandi aree metropolitane, pedemontane, montagna e pianura produttiva, e diverse sono le organizzazioni istituzionali, tra regioni a statuto ordinario e regioni a statuto speciale. Ma è un territorio che ha qualcosa in comune: è la parte d’Italia che più direttamente ha dovuto affrontare le sfide della globalizzazione, ho subito una enorme trasformazione del proprio tessuto sociale prima che economico. E’ anche il territorio che più avverte la distanza tra la velocità delle decisioni necessarie, l’intensità dei cambiamenti e la lentezza delle risposte istituzionali. Una parte di questi territori quando è il momento delle elezioni politiche guarda ampiamente a destra. La Lega in particolare ha saputo capire ed interpretare meglio le paure di chi ha dovuto mettere in discussione tante certezze ed ha visto attorno a sé molti cambiamenti.
Si apre però una fase nuova, in cui essere imprenditori delle paure non è più sufficiente, e il proporre una orgogliosa autosufficienza di piccoli territori non consente di affrontare da vincitori le nuove sfide. E’ il momento delle alleanze più che delle orgogliose solitudini. Buone alleanze politiche a livello globale, dopo la stagione delle guerre militari, commerciali e finanziarie che ci ha ridotto come vediamo. Alleanze per la modernizzazione del paese, di tutto il paese. E’ su questo piano che intendiamo, anche con questo strumento, incalzare la maggioranza.
E’ già finita la stagione degli slogan felici. La durezza della crisi richiede azioni coraggiose che finora il Governo non ha saputo mettere in campo. Mese per mese si dimostra che le tasse invece di diminuire aumentano, che le condizioni dei pensionati, degli operai, del ceto medio peggiorano, che gli artigiani, i commercianti, le piccole imprese sono hanno i sostegni necessari a condurre quelle innovazioni e quegli investimenti che sono necessari. Si dimostra che non si possono chiamare riforme (quelle riforme così necessarie per l’ammodernamento della pubblica amministrazione) enormi tagli indifferenziati di bilancio, che trattano nello stesso modo servizi essenziali e servizi superflui, efficienza e cattiva gestione del denaro pubblico. Infatti si sono trovati 140 milioni di euro per coprire la fallimentare gestione del Comune di Catania e 500 milioni per il Comune di Roma e si tagliano i contributi alle famiglie per il miglioramento energetico delle proprie abitazioni che costano di meno e producono ricchezza per le imprese artigiane e benessere ambientale.
Questa è la sfida che riguarda in particolare il Nord. Gli elettori sono divenuti molto esigenti e nessuno ha i voti in cassaforte. Per questo scendiamo in campo con questa nuova formazione di gioco. Non il Partito del Nord. E’ un dibattito importante che si è svolto su questo punto. Si è evocata la formula tedesca della Csu/Cdu. E’ una suggestione, ma forse occorrerebbe ricordare che lì i partiti sono nati in quella formula dalle ceneri della dittatura nazista, non per spaccatura di un partito nazionale. Si è parlato della Margherita trentina di Dellai, che è però altra cosa: un partito territoriale di una piccola regione, in una comunità molto omogenea e sostenuta da una rilevante spesa pubblica. Il punto centrale è comunque un altro. Una frammentazione territoriale del sistema politico non è ciò che serve all’Italia. La sfida che facciamo è un’altra ed inedita. Realizzare sul serio un grande partito nazionale ad impianto federale, con territori autonomi nelle determinazioni delle politiche, delle alleanze e dei programmi che li riguardano. E’ ciò che è scritto nello Statuto del Partito Democratico che però va tradotto in pratica con più coraggio innovativo.
Per questo il Coordinamento del Nord: camminerà soprattutto sulle gambe dei nostri amministratori locali e regionali, che sono gli imprenditori del territorio e che meglio rappresenteranno. Per questo partiamo dalla concretezza delle sfide: risposte alla crisi economica e modifiche del patto di stabilità per gli enti locali (che fanno con le Regioni 3/4 degli investimenti pubblici) sono le prime due questioni che affronteremo il 9 gennaio a Milano.
Paolo Giaretta
senatore segretario del Pd Veneto
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