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9.3.13

PD Venezia verso gli Stati Generali


Stati generali del Pd per decidere la rotta

Stati generali del Pd per aprire una riflessione sulla rotta che dovrà prendere il partito. A proporli, giovedì sera nella riunione del direttivo provinciale, è stato il segretario Michele Mognato. L’incontro è stata la prima occasione per il principale partito della città di aprire la riflessione sull’esito del voto, e di ragionare sulle prossime elezioni amministrative (a San Donà e Martellago, dove si vota con il doppio turno; e a San Stino di Livenza e Pianiga) con il rischio che, per dirla con le parole di Mognato «il voto politico vizi il voto amministrativo». Che poi vuol dire cercare di parare l’ondata d’urto del Movimento 5 Stelle, che alle politiche è riuscito a imporsi come primo partito in mezza provincia e mezza città. 

«Gli Stati generali di dopo Pasqua» dice Mognato «saranno due giorni con tutti gli eletti per aprire una riflessione profonda per parlare di che partito vogliamo essere e di che progetto abbiamo per il nostro territorio. Sarà l’occasione, in attesa del congresso, per parlare anche con più libertà, per riflessioni che non siano viziate da appartenenze. Intanto in questi giorni dobbiamo uscire dai circoli e aprirci al territorio, organizzare assemblee come abbiamo già fatto a Marghera». 

E proprio in vista del congresso provinciale - previsto in autunno ma la cui convocazione è strettamente collegata a quanto accadrà a Roma - resta incerto il futuro di Mognato, che potrebbe dimettersi subito, o portare il partito al congresso. 

Tra gli interventi più critici quello di Rodolfo Viola: «Per noi è stata una sconfitta perché in Veneto non siamo riusciti a intercettare il disagio che si è espresso per Grillo. C’è una voglia di politica che dobbiamo capire, e che ci doveva portare, ad esempio, a fare le primarie aperte». E in vista delle amministrative la questione è «complicatissima. Cosa succederà se ci troveremo, per esempio, al ballottaggio con Grillo?». 

In molti temono l’effetto Mira. Per Marco Stradiotto, il cui intervento è previsto nel prossimo direttivo «avevamo il leader, ma è mancata la squadra. Il Pd è troppo agganciato alle regole e non fa più politica, dobbiamo fare tutti un esame di coscienza». (f.fur.) 

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