la Nuova Venezia — 10 gennaio 2009
Il Pd veneto vuole trattenere il 6 per cento di tutte le tasse
PADOVA . Dal 20% dell’Irpef al 6% dell’intero gettito fiscale. E’ il sindaco di Padova Flavio Zanonato (tra i leader della «marcia su Roma» del 1º ottobre 2008) che corregge la proposta di anticipo del federalismo fiscale alla vigilia del Coordinamento del Pd delle regioni del Nord, che si svolge oggi all’hotel Michelangelo di Milano.
Ieri un pool di amministratori hanno messo sul tavolo le loro richieste. «Sul tema del federalismo fiscale - ha spiegato Zanonato nel corso di una conferenza stampa ambientata in quella che un tempo fu la sede della Dc veneta - il governo sta annaspando in ordine alla dislocazione delle risorse. Quando, con un gruppo di sindaci, ho proposto la compartecipazione al gettito Irpef da parte dei Comuni, nella percentuale del 20%, in definitiva abbiamo chiesto il 20% di un terzo del gettito fiscale, che è fatto anche di Iva e di accise. Se ci fosse riconosciuta, questa cifra ci consentirebbe di affrontare in modo significativo questioni cardine come quella degli asili nido e della sicurezza. Potremmo anche rinunciare all’Ici sulla seconda casa e ai trasferimenti nazionali».
L’incontro è stato coordinato dall’onorevole Alessandro Naccarato, coordinatore dell’esecutivo regionale, il quale ha ricordato che i temi sul tappeto sono, oltre al federalismo fiscale, lo sblocco degli investimenti per le opere pubbliche e il ruolo esercitato dagli enti locali sul versante della sicurezza.
«Il convegno di Milano - ha puntualizzato Naccarato - si svolgerà in due sessioni: alla prima parteciperanno gli amministratori di Province e Comuni con più di 50 mila abitanti a nord dell’Emilia-Romagna, che è stata inserita nel Coordinamento; alla seconda sono stati invitati coordinatori provinciali e segretari regionali».
Tra la prima e la seconda sessione - ha puntualizzato Marta Meo, responsabile del dipartimento Questione settentrionale del Pd veneto - sarà presentato alla stampa un documento-sintesi che si rivolgerà al governo nazionale ma che certo dovrà essere fatto proprio dal «governo ombra» del Pd.
Il presidente della Provincia di Rovigo, Federico Saccardin, ha messo l’accento sulla necessità di rilanciare gli investimenti. Mentre il sindaco del capoluogo polesano, Fausto Merchiori, ha chiesto attenzione per la tutela della famiglia. «Nella mia realtà - ha argomentato Merchiori - le situazioni di criticità sono aumentate del 20-25%. Un partito ad elevata vocazione popolare deve saper dare risposte concrete; quando si parla di federalismo non si vuole proporre una discussione accademica».
Per il presidente della Provincia di Venezia, Davide Zoggia, «la crisi economica ha già calmato un’ubriacatura verso alcune forze politiche. Non basta dichiarare di essere forti nel Nord... Tessera, il terzo aeroporto italiano, è stato assolutamente penalizzato. Quanto al Passante, si sapeva che una parte dei pedaggi sarebbe servita per pagare l’opera, ma qual è l’utilità per le imprese se poi i pedaggi vengono aumentati. In Regione, poi, il fondo di solidarietà è bloccato per le baruffe tra Lega Nord, Udc e Popolo della Libertà».
Secondo il sindaco di Vicenza, Achille Variati, «se il Nord non tira o, peggio, se il Nord si ferma, si ferma il Paese. E sia chiaro che non siamo contro i meridionali, figuriamoci. Lo stop all’Alta velocità, ferma sui Berici nel ramo verso est, fa venir meno la risposta a un’esigenza fondamentale di mobilità. Quanto ci piacerebbe se anche il governatore Galan potesse alzare la voce su questi temi. Il suo silenzio ci preoccupa».
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