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20.2.09

Il PD veneziano sul dopo-Veltroni

Il Gazzettino Venerdì 20 Febbraio 2009
IL DOPO VELTRONI
La base del Pd sferza i vertici: «Serve un nuovo progetto»
Partito diviso fra la componente favorevole al congresso immediato e quella che mira a fare quadrato in vista delle elezioni

Da una parte Massimo Cacciari, e con lui una larga fetta dell’area della Margherita (favorevoli a un azzeramento delle cariche e a un congresso immediato), dall’altra Davide Zoggia che preferisce aspettare l’assemblea programmatica di aprile rinviando il congresso e la nomina del nuovo segretario a dopo le elezioni.
In mezzo il "dibbattito" di morettiana memoria sul da farsi all’indomani delle dimissioni di Walter Veltroni dalla guida del Pd. A sollecitare «un congresso vero con primarie vere» è Antonino Stinà, già braccio destro del vice presidente della Provincia di Venezia Andrea Ferrazzi. «Un congresso immediato - è la sua tesi - significa dare un segno che si crede al progetto del Pd, e ci si crede a tal punto che in breve tempo si è disponibili a darsi una dirigenza autorevole e fondata sul consenso».
Anche per il consigliere regionale del Pd Igino Michieletto, «questo non è il momento delle mediazioni, ma del coraggio, indietro non si torna. Le primarie subito rappresentano una straordinaria possibilità per una campagna elettorale coinvolgente che altrimenti rischierebbe di tramutarsi in un funerale».
Che le dimissioni di Veltroni rappresentino uno spartiacque lo sostiene anche Sandro Moro, segretario del circolo Di Vittorio-Mezzalira di Cannaregio. «C’è molta preoccupazione - dice - ma anche l’opinione che da questa strada non si torna indietro», facendo un richiamo a un cambio di atteggiamento dei gruppi dirigenti. Moro evidenzia che c’è la consapevolezza che bisogna affrontare con urgenza alcuni nodi di programma, come le questioni etiche sensibili e i temi economici: «Dobbiamo discutere i grandi temi che interessano la gente, non metterli da parte, anche se possono dividerci».
E per questo, sostiene Marta Meo, responsabile regionale per gli enti locali del Pd, «ci vuole una risposta politica sul territorio che coinvolga di più i circoli. In questa fase non è sufficiente fare quadrato attorno al partito. Se le ricette per affrontare la situazione saranno le stesse del passato, i risultati non potranno che essere negativi. Bisogna invece cogliere i segnali che vengono dall’esterno e rilanciare una proposta».
Anche Valter Vanni, uno dei promotori del sito veneziapolitica.com, sostiene che «il Pd vivrà se sarà in grado di dire qualcosa di utile ai lavoratori italiani per fronteggiare le conseguenze della crisi. Il Pd potrà tornare a governare se saprà coniugare gli interessi dei lavoratori e della parte più debole del popolo italiano con l’interesse nazionale, indicando una ricetta per far uscire l’Italia dalla crisi».
Intanto il confronto all’interno del Partito democratico sul "che fare" sembra non influire sul ciclo di incontri che Davide Zoggia, in corsa per la riconferma al vertice della Provincia, ha promosso in varie città all’insegna delle "Primarie delle idee".
Il suo staff registra una presenza superiore alle aspettative e un’attenzione particolare del pubblico ai problemi del territorio, più che alle tematiche nazionali sollevate dal ko in Sardegna e dalle dimissioni di Veltroni. Una situazione che porta Zoggia a ribadire la sua contrarietà al congresso immediato.
Di immediata, dall’opposta parte politica, c’è la richiesta di dimissioni di Massimo Cacciari da parte del deputato leghista Corrado Callegari: «Se davvero al centrosinistra serve una rinfrescata di volti e nomi - sostiene il deputatto - fra le facce da buttare dalla finestra non deve mancare quella del sindaco di Venezia».

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