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2.10.09

Esiti del congresso PD nel Veneziano: prevale la mozione Bersani

la Nuova di Venezia — 2 ottobre 2009
Prevale Bersani per 344 voti
Con il 48,68% dei consensi (2.184 voti), prevale la mozione Bersani al termine delle 77 assemblee dei circoli in vista del congresso nazionale del Partito Democratico veneziano. Distaccata di 7 punti la mozione di Dario Franceschini, con il 41.02% (1840). Su 6.549 iscritti, nei 77 congressi di circolo, hanno votato in 4.535 con una adesione del 69% e 4.486 voti validi.
«E’ tra le più alte d’Italia», spiega Rodolfo Viola, responsabile organizzativo del Pd. A Bersani sono andati 2.184 voti, 1.840 a Franceschini; Marino ne ha raccolti 462.
Nel Comune di Venezia, la mozione Bersani arriva al 59% contro il 29,38% di Franceschini e l’11,80 di Marino. In centro storico la mozione dell’ex ministro ottiene il 57,81% e a Mestre tocca il 65,64%. Per Franceschini, il risultato non cambia: 24,54% in centro storico e 24,34% in terraferma. Mentre la Marino in centro storico, grazie a Felice Casson, arriva addirittura al 17,66 per cento e vince nel circolo di San Marco.
Nel resto della Provincia la situazione è più diversificata: a sostegno di Franceschini si schiera l’area sud, con Chioggia in testa. Il Veneto Orientale si divide: a Portogruaro e Jesolo vince la mozione Bersani, a San Donà la Franceschini.
Divisa la Riviera del Brenta: Oriago e Dogaletto (qui con una percentuale «bulgara») si schierano con l’attuale segretario. Dolo invece sceglie l’ex ministro del governo Prodi, assieme a Mira Taglio, Borbiago, Piazza Vecchia.
Si dividono anche i circoli del lavoro: con Bersani il circolo trasporti e mobilità e la Fincantieri; con Franceschini il gruppo Veritas. Pareggio nel voto dei ferrovieri.
Ieri comunque nel Pd veneziano, nessun accenno alla sconfitta tra le mozioni minoritarie. I giochi veri saranno le primarie del 25 ottobre. «Il progetto politico proposto da Pierluigi Bersani è stato compreso e sostenuto con forza dagli iscritti. La grande partecipazione è il sintomo di un partito che vuole essere forza riformista del nostro paese, con un ruolo di governo che partendo dalle autonomie locali passi per la Regione e arrivi al governo del paese - dice Davide Zoggia, coordinatore provinciale della mozione Bersani - ora lavoriamo per una grande partecipazione alle primarie per una conferma della linea politica espressa da Bersani. Il nostro è un partito di iscritti e elettori». Quella della mozione Bersani «è stata una affermazione contenuta con una distanza molto ridotta e questo dimostra che la proposta di Dario Franceschini ha avuto riscontro e il partito è contendibile e si può avere un confronto politico che entra nel merito della proposta politica», avverte il parlamentare Andrea Martella della mozione Franceschini. «Sulle primarie abbiamo grandi prospettive, sarà una grande mobilitazione di iscritti ed elettori che possono sostenere la costruzione del partito». Infine la mozione Marino. «Superiamo in città il 10 per cento e in Regione arriviamo al 12 per cento. E’ un risultato soddisfacente», dice Felice Casson. E Marta Meo aggiunge: «A San Marco abbiamo vinto, ottime le percentuali a Dorsoduro e Mestre Centro. Abbiamo appeal nei centri urbani e questo ci mette in pista in vista delle primarie».
Soddisfatto il segretario provinciale Gabriele Scaramuzza: «Questa stagione rafforzerà il partito. Adesso lavoriamo per una partecipazione di massa alle primarie. Andremo anche a redigere con gli iscritti la tavole comune di contenuti e programmi».
- Mitia Chiarin
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Il Gazzettino Venerdì 2 Ottobre 2009
Gli ultimi due congressi si sono svolti mercoledì sera a Fiesso d’Artico e a Pianiga: nel primo ha vinto Bersani (29 voti contro i 5 di Franceschini e i 7 di Marino), nel secondo Franceschini (7 voti contro i 6 di Bersani e i 5 di Marino). Sommati questi risultati a quelli ottenuti nei circoli di Veritas (dove Franceschini ha stravinto), Fincantieri (en plein per Bersani), Marghera (vincente Bersani per 65-18-6) e Caorle (plebiscito per Franceschini), ieri sera finalmente si è tirata una linea e si son fatte le somme.
I dati definitivi del congresso del Partito democratico nella provincia di Venezia sono i seguenti: su 6.549 iscritti si sono recati alle urne in 4.535, pari al 69%. Vince Pier Luigi Bersani con 2.184 voti (48,68%). Secondo Dario Franceschini con 1840 voti (41,02%). Terzo Ignazio Marino con 462 voti (10,30%).
I bersaniani cantano vittoria: «Il progetto politico del Pd proposto da Pierluigi Bersani - dice il coordinatore della mozione Davide Zoggia - è stato compreso e sostenuto con forza dagli iscritti al nostro partito. La grande partecipazione è il sintomo di un partito che vuole essere forza riformista nel nostro paese con un ruolo di governo che partendo dalle autonomie locali, passi per la Regione e raggiunga il Governo nazionale». I franceschiniani sostengono che, pur arrivati secondi, in provincia di Venezia la situazione è di sostanziale parità: la mozione Franceschini avrà cinque delegati tanto quanto i cinque della mozione Bersani (uno solo per Marino).
E qui bisogna spiegare che il congresso che ha tenuto impegnato il Pd per un mese di fatto finisce in un cassetto perché adesso comincia tutta un’altra storia. Questa: nei 77 congressi finora svolti sono stati eletti 330 delegati. Questi 330 si riuniranno domani per eleggerne 11 (con rapporto di forze tra le mozioni 5-5-1) , i quali 11 andranno a Roma dove, assieme agli altri eletti in tutta Italia, certificheranno che i tre candidati - Bersani, Franceschini, Marino - hanno superato la soglia del 5% dei voti e quindi sono tutti e tre candidabili alle primarie. Fatto questo passaggio, si azzera tutto. I 330 delegati e gli 11 che saranno eletti domani "muoiono". Così come non contano più i risultati ottenuti nei congressi dei circoli.
Si riparte da zero e l’appuntamento è per il 25 ottobre, il giorno delle primarie: voteranno gli iscritti e voteranno anche i non iscritti al Pd. In quel giorno si darà una preferenza al candidato segretario nazionale, al candidato segretario veneto e si eleggeranno altri delegati (14 per la provincia di Venezia). Il ruolo di questi nuovi delegati è così spiegato: se nessuno, né Bersani né Franceschini né Marino (ma vale anche per Filippin, Causin e Casson), prende alle primarie il 50% più uno dei voti, la palla torna a Roma: saranno i delegati eletti il 25 ottobre a trovarsi in una successiva riunione e a decidere tra i due più votati chi fare segretario. Un congresso che è l’emblema della semplicità, non c’è che dire...
Al.Va.

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