la Nuova Venezia — 18 maggio 2008
Ca' Farsetti, largo ai giovani
Parola d’ordine, ringiovanire. E lanciare una nuova «Idea di città», la chiave del successo del centrosinistra nella sua stagione felice, 15 anni fa. La politica veneziana è a una svolta. A un anno dalle provinciali, a due anni dalle amministrative per il rinnovo di Ca’ Farsetti il centrosinistra strapazzato alle ultime Politiche prova a fare due conti. Perché il rischio concreto è quello di cedere il bastone del comando, da sempre in mano alle forze di sinistra. Oppure ritrovarsi con un Comune «espropriato», come ha detto il sindaco Cacciari, stretto fra i «poteri forti», il governo e gli altri enti territoriali.
Parola d’ordine, ringiovanire. E lanciare una nuova «Idea di città», la chiave del successo del centrosinistra nella sua stagione felice, 15 anni fa. La politica veneziana è a una svolta. A un anno dalle provinciali, a due anni dalle amministrative per il rinnovo di Ca’ Farsetti il centrosinistra strapazzato alle ultime Politiche prova a fare due conti. Perché il rischio concreto è quello di cedere il bastone del comando, da sempre in mano alle forze di sinistra. Oppure ritrovarsi con un Comune «espropriato», come ha detto il sindaco Cacciari, stretto fra i «poteri forti», il governo e gli altri enti territoriali.
La giunta «politico strategica» convocata a Mestre dal sindaco Cacciari aveva proprio questo scopo. Tracciare lo scenario di qui al 2010. Far ripartire una macchina che sembra un po’ arrugginita per fronteggiare la destra che avanza. Consegna del silenzio per tutti. Ma alla fine qualcosa trapela.
Il quadro politico. In tre anni è cambiato quasi tutto. Nel 2005 la sinistra aveva in città un consenso notevole. Tanto da poter correre da sola - senza i centristi - e arrivare a un soffio dalla vittoria con il candidato Felice Casson. Ma il quadro si è modificato. Verdi, Rifondazione, comunisti e socialisti sono spariti dal Parlamento. Ds e Margherita, separati nel 2005, non esistono più, adesso c’è il Pd. E poi ci sono i voti dell’Udc - non più alleata di Berlusconi - in libera uscita. Il centrodestra. Se il Pdl (Forza Italia e An) ha perso voti alle ultime Politiche, la Lega li ha invece triplicati. E la gara, che sembrava persa in partenza per la Cdl, sempre sconfitta nettamente alle ultime amministrative, si riapre. Anche perché il nuovo governo di centrodestra ha tre ministri veneti e cinque sottosegretari, un ministro veneziano (Renato Brunetta).
«La Lega non si ripeterà alle amministrative, ma loro hanno capito che bisogna dare attenzione al Nord», dice preoccupato Cacciari. Il Pd. Non basta. Perché il Pd ancora non si comporta come un vero «partito», ma spesso ragiona con la testa dei suoi dirigenti ex Ds e ex Margherita.
Nella vicenda della nomina al porto di Paolo Costa, l’indignazione di Cacciari («metodo indecente, non siamo stati consultati) non è stata condivisa da una parte del Pd (Andrea Causin, Valter Vanni, Paolo Giaretta). Le varie anime interne si fronteggiano anche per l’elezione del nuovo segretario comunale, rinviata da mesi.
Le civiche. La risposta all’antipolitica, che ha visto aumentare l’astensione potrebbe essere quella delle liste civiche. Ci pensano in tanti - compreso il vicesindaco Michele Vianello - e ci sono da recuperare i tanti movimenti comitati e associazioni di cittadini. A destra si ipotizza un movimento analogo, trasversale, che potrebbe avere come canaidato sindaco l’avvocato Giorgio Orsoni oppure il forzista Renato Boraso.
La discontinuità. Tre anni fa Cacciari vinse le elezioni, pur partendo da una posizone di minioranza (era sostenuto solo da Udeur e Margherita) impostando la campagna elettorale sul rinnovamento e la «discontinuità» sulla giunta Costa. Pian piano sono entrati a far parte della sua giunta anche esponenti che all’epoca lo avevano contrastato, come i Ds (Sandro Simionato, Delia Murer e Michele Mognato) e i Verdi (Luana Zanella). Adesso il fattore Cacciari, da solo, potrebbe non bastare.
Il nuovo. «Dobbiamo rilanciare l’amministrazione, concludere i progetti e tornare a far politica», è stato l’invito rivolto dal sindaco agli assessori, «puntare su facce nuove, far crescere i giovani». Qualcuno, come Laura Fincato (una delle possibili candidate sindaco) non l’ha presa benissimo. «Se dobbiamo finire questa esperienza qui diciamolo subito», è sbottata.
I nomi. Presto per parlare di candidati. Ma i nomi cominciano a circolare. La Fincato, Mara Rumiz, Mauro Pizzigati, Andrea Martella, Davide Zoggia. A meno che non spunti qualche giovane. Oppure Cacciari all’ultimo non ci ripensi. Accettando di correre un’altra volta. - Alberto Vitucci
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