la Nuova Venezia — 20 maggio 2008
Il Pd spaccato sul segretario spuntano Borghello e Maggioni
Pd paralizzato dai veti incrociati. Da mesi il nuovo partito di Veltroni non riesce a trovare un accordo sul nuovo segretario comunale. Ruolo che nei Ds ricopriva per tradizione la sinistra. Ma che in base agli «accordi» spetta adesso a un ex Margherito. Nato sulla spinta delle primarie, delle consultazioni della base e del voto di qualche milione di cittadini, il nuovo Pd stenta a farsi largo e ad uscire dalle vecchie logiche di corrente e di appartenenza. La batosta subìta alle ultime Politiche e gli scenari che incombono - il voto in Provincia e l’avanzata della destra e della Lega, il rilancio dell’azione amministrativa in Comune in vista delle elezioni 2010 - non hanno certo semplificato il quadro. Trattative frentiche sono in corso in questi giorni tra i capi corrente. Ma tutti i candidati proposti fino ad ora non godono di maggioranze certe. E c’è chi teme un «bis», fatte le debite proporzioni, della vicenda del Porto. Il Pd non è riuscito a trovare un candidato unitario, e alla fine hanno deciso altri. Il governo Berlusconi ha nominato Paolo Costa, e per i candidati espressi dal pd veneziano è stata una sconfitta.
Primo partito. Avrà anche perso le Politiche - pur avendo guadagnato qualche punto in provincia - ma Il Pd è a Venezia pur sempre il primo partito. In Consiglio comunale ha la maggioranza assoluta dei consiglieri, in giunta almeno due terzi degli assessori, 4 presidenti di Municipalità su sei (Venezia con Enzo Castelli, Mestre centro con Massimo Venturini, Marghera con Renato Panciera, Favaro con Gabriele Scaramuzza).
I grandi elettori. Sono quasi duecento gli aventi diritto al voto per l’elezione del segretario comunale. Sono gli eletti alle consultazioni del febbraio scorso più i consiglieri comunali e gli amministratori, venti donne per pareggiare il genere. Si dovrà votare entro la metà di giugno, ha detto nei giorni scorsi il segretario provinciale Scaramuzza. Ma l’accordo è ancora lontano.
Candidati e correnti. Sono quattro i candidati già in pista. A cui potrebbero nelle prossime ore aggiungersene altri. Tra i più accreditati è Claudio Borghello, già vicecapogruppo della Margherita in Consiglio comunale, esponente dell’area laica del Pd che fa capo a Laura Fincato. Con lui si schiera buona parte dell’ex mozione Veltroni 1. Ma in pista c’è anche Alessandro Maggioni, ex fido di Paolo Costa, ora delle corrente di Enrico Letta. Una soluzione in un primo tempo appoggiata anche dal sindaco Cacciari per «riequilibrare il peso delle varie componenti. Terzo nome, quello di Massimo Venturini, segretario comunale uscente della Margherita e presidente della Municipalità di Mestre. Con lui si sono schierati Valter Vanni e Paolo Costa, ma anche una parte dell’ex mozione 2 di Tiziano Treu e Mara Rumiz. Infine, i Popolari. Reclamano, per bocca della loro portavoce Annamaria Miraglia, un posto per il giovane Andrea Degan, nome nobile e figlio del notabile doroteo Costante Degan. Figura emergente, ma ancora poco conosciuta.
Le donne. All’ultimo potrebbero anche spuntare le donne. Rivendicando anche per la segreteria comunale la «parità dei generi» che era stata la parola d’irdine in campagna elettorale di Veltroni. Una soluzione potrebbe essere quella di Laura Fincato, assessore comunale che però non fa parte del comitato. Si fanno anche i nomi di Silvia Spignesi, giovane vicepresidente del Consiglio comunale e di Marta Meo, area Ds, fondatrice dei primi circoli del Pd a San Polo. Si tratta. Giorni decisivi per le trattative tra i colonnelli ex Ds ed ex Margherita per trovare una «soluzione condivisa». Mentre c’è chi rifiuta di tornare all’antico. Nello spirito delle primarie, dicono ai circoli, decida il congresso, e non i partiti e le correnti. Il Pd non doveva essere «un soggetto politico nuovo»?
Alberto Vitucci
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