la Nuova Venezia — 10 giugno 2008
"Calearo coordina i parlamentari Pd"
PADOVA. Massimo Calearo è il coordinatore permanente dei parlamentari veneti del Pd. Obiettivo della nomina, avvenuta con un’elezione plebiscitaria a Roma, è dare efficacia e forza all’opposizione dei 23 parlamentari veneti.
PADOVA. Massimo Calearo è il coordinatore permanente dei parlamentari veneti del Pd. Obiettivo della nomina, avvenuta con un’elezione plebiscitaria a Roma, è dare efficacia e forza all’opposizione dei 23 parlamentari veneti.
Una scelta di apertura e cambiamento - come spiega Giaretta: «Abbiamo scelto un uomo di economia, che veniva eletto per la prima volta in parlamento come segnale di apertura alla società civile, nella speranza che apra gli occhi a noi vecchi sulle novità della politica».
«Siamo un partito nuovo di nome e di fatto - sostiene l’imprenditore vicentino - che ha deciso di lasciare davvero spazio alle risorse provenienti dalla società civile. Ci incontreremo una volta al mese, in una provincia sempre diversa, per stare a stretto contatto con il territorio, ascoltare gli amministratori e i cittadini».
Una segreteria a Roma coordinerà i lavori dei parlamentari veneti: «Aspettate e vedrete» sfida Calearo. Primo appuntamento lunedì 30 giugno, a Vicenza, ultimo capoluogo espugnato dal Pd in Veneto. «Principale obiettivo è rappresentare il territorio - ha spiegato il senatore Paolo Giaretta, segretario regionale - perché rappresentando gli interessi del Veneto facciamo un servizio a tutto il Paese. La nostra, come abbiamo già mostrato in questi primi mesi, non sarà un’opposizione pregiudiziale, ma innovativa. Vorremmo dire più “sì” che “no”, ma i “no”, quando servirà, ci saranno, pur sempre accompagnati da motivazioni e da proposte alternative».
Tre i temi su cui si concentrerà il lavoro di opposizione: la lotta alla “burocrazia inutile”, con l’avvio di un osservatorio regionale sulla «pressione burocratica», a partire dallo snellimento dei tempi d’attesa per l’approvazione degli strumenti urbanistici; la lotta alla cattiva spesa pubblica e la promozione di leggi che premino il merito e l’equità sociale.
Sebbene «sia ancora presto per dare un giudizio sull’operato del governo» Giaretta, pur applaudendo la nomina di tre ministri veneti, non si sottrae ad una valutazione sui primi provvedimenti dell’esecutivo: «Vediamo avallate scelte che impoveriscono il territorio, andando in senso contrario alla realizzazione del federalismo fiscale, come l’abolizione dell’Ici non accompagnata da una compensazione certa, che sta creando problemi gravissimi ai Comuni veneti - spiega - quel provvedimento taglia 400 milioni di euro di risorse ai Comuni per le politiche sociali e dei trasporti. Sarebbe stato meglio rendere l’Ici deducibile, perché così si otteneva un vantaggio per i cittadini senza intaccare quel po’ di federalismo fiscale che c’è».
E se il governo ombra solleciterà il federalismo con una propria proposta, il Pd a livello locale intende sostenere la rivolta dei sindaci: «Il sistema di trasferimento ai comuni non è più accettabile perché non c’è attinenza con il territorio - prosegue il segretario del Pd - la strada di una maggiore autonomia tracciata dai sindaci è dunque quella giusta, anche se il 20% di Irpef non è sostenibile per i conti pubblici».
Prioritario anche il tema della sicurezza. «Siamo d’accordo su norme che servano ad assicurare la sicurezza ai cittadini, anche perché per nove dodicesimi il decreto Maroni riprende i contenuti del decreto Prodi - conclude il leader del Pd veneto - Ma ci auguriamo che non prevalga la propaganda, mi riferisco al reato di immigrazione clandestina, su cui non sappiamo ancora cosa deciderà il governo. Di certo non si può pensare di ottenere risultati intasando carceri e tribunali. Voglio ricordare però che sicurezza non è solo combattere la microcriminalità, ma anche debellare la grande malavita economica. Impedire le intercettazioni significa lasciarle campo libero, e dunque non fare nessun servizio alla sicurezza dei cittadini».
Infine, quanto al candidato del Pd per la Regione Giaretta commenta: «Se ne parlerà l’anno prossimo, con le primarie».
(s.zan.)
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