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13.6.08

Il Rancore: alle radici del malessere del Nord

la Nuova Venezia — 13 giugno 2008

Pd a lezione da Bonomi per decifrare il Nord

Declinare la propria identità, nell’epoca della fine degli «ismi». Massimo Cacciari non ha dubbi a indicare al Partito Democratico la strada da percorrere in futuro, e lo ha fatto in occasione della presentazione del libro «Il Rancore» di Aldo Bonomi che si è tenuta mercoledì sera nella sala del Laurentianum di Mestre.
Un appuntamento organizzato dalla struttura regionale del Pd su iniziativa di Marta Meo, fornendo però una serie di spunti interessanti. Il volume di Bonomi sembra destinato a diventare «un libro di testo» del Pd per decifrare la questione settentrionale. «Queste elezioni hanno rappresentato una svolta», ha infatti sottolineato Cacciari, protagonista della serata assieme allo stesso Bonomi e al segretario veneto del Pd Paolo Giaretta, in un confronto moderato da Nicola Pellicani, capocronista della Nuova. «Se ne è andato quello che è stato per anni il collante del centrosinistra, l’antiberlusconismo, come dall’altra parte è finito l’anticomunismo. A questo si aggiunga che l’elezione di Alemanno a sindaco di Roma porta alla fine anche dell’antifascismo. A questo punto il Pd deve trovare la forza di declinare la sua identità, non basta definirsi democratici. Se poi pensiano solo a imitare il centrodestra, siamo spacciatti, il nostro vero obiettivo deve essere sfidare i processi di globalizzazione».
E’ toccato poi a Bonomi raccontare il suo libro, che è accompagnato da un sottotitolo che dice molto dell’approccio metodologico dell’opera, ovvero «alle radici del malessere del Nord». Bonomi ha iniziato con una battuta, inquadrando il manifesto di Giulio Tremonti una sorta di «impauriti di tutto il mondo unitevi» che riecheggia il motto marxiano contenuto ne «Il Capitale». Bonomi ha poi enucleato tre tipologie di soggetti presenti al Nord, ovvero gli spaesati, gli stressati e gli orfani del «fordismo», lanciando un invito al Partito Democratico, ovvero quello di affrontare la sfida di un sistema politico diventato sempre più «bavarese».


Maurizio Toso

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