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6.7.08

La strategia di Cacciari: obiettivo 2010, per un centrosinistra allargato

La Nuova di Venezia — 6 luglio 2008
Largo alle civiche e dialogo con l'Udc

Due anni per concludere i progetti in corso. E aprire un nuovo ciclo: rinnovando il centrosinistra veneziano e allargandolo a liste civiche, associazioni e altre forze politiche come Italia dei Valori e Udc.
E’ la «linea» dettata ieri dal sindaco Massimo Cacciari agli «Stati generali» del centrosinistra convocati per l’occasione nell’Aula Magna Tafuri di palazzo Badoer, a San Giovanni Evangelista. Il punto «politico» per ricompattare una maggioranza spesso litigiosa e programmare le prime mosse in vista delle elezioni 2010. E del voto per la Provincia della primavera 2009.
Una sessantina di partecipanti tra assessori, consiglieri comunali e regionali, parlamentari, il presidente della Provincia Davide Zoggia e il suo vice Ferrazzi. Sarà l’ambiente familiare dell’aula Manfredo Tafuri, dove ha insegnato per anni, ma l’umore di Cacciari vira al bello. Cinque ore di dibattito e nessun segno di nervosismo. Anzi. «Hanno parlato in 26», scherza alla fine, «ma non più di cinque minuti ciascuno, come avevamo stabilito. E sulle cose fondamentali mi pare ci sia ampia condivisione degli obiettivi. Unità sufficiente per rientare sui binari e guardare avanti».
Il primo punto è quello di fronteggiare il «vento di destra». Dopo la disfatta delle politiche e i segnali che arrivano anche dai comuni della Provincia, il rischio di perdere Venezia, la roccaforte rossa dove il centrosinistra governa da sempre, non è più tanto remoto. Come fare per parlare «alla gente» e cambiare marcia? «Bisogna parlare a color che son sospesi», scandisce il filosofo.
Nel 2005, all’epoca della contrapposizione con i Ds e la sinistra che avevano candidato Casson, Cacciari riuscì a vincere al ballottaggio sostenuto da Margherita e Udeur e votato anche da molti dissidenti della sinistra e cittadini dell’area moderata. «Bisogna allargare i consensi», ha insistito ieri, «l’appeal del centrosinistra su alcuni strati della popolazione è debolissimo. Dunque una componente civica è fondamentale». Nel centro storico potranno essere le civiche vicine ad Augusto Salvadori o ad altri movimenti civici, legati a comitati e associazioni che si stanno mobilitando negli ultimi mesi su problemi come la difesa della residenza, la lotta al moto ondoso e la difesa della sicurezza.
Poi si tratterà di «allargare» il centrosinistra. «Dialogare in modo aperto», dice Cacciari, «confrontare le prorie idee e definire programmi comuni». «E poi cercare il rinnovamento e un candidato sindaco, visto che il sottoscritto non sarà più disponibile. «L’Udc? La prima cosa da fare è seguire l’evoluzione del mercato politico nazionale. E qui, a differenza che in Regione, il partito di Casini è all’opposizione insieme al Pd di Veltroni. Resta Rifondazione. La rottura dell’alleanza a sinistra è da considerarsi definitiva? «Se loro saranno esclusi sarà un’autoesclusione», dice Cacciari, «le ultime operazioni le abbiamo sempre fatte in accordo con la Provincia e lì Rifondazione è al governo, e non mi risulta abbia espresso nulla in contrario all’allargamento all’Udc. A Venezia il loro comportamento è un po’ più strumentale». Dunque, gambe in spalla e lavorare. Una linea che ha trovato larga condivisione. Ma bisogna anche dare risposte concrete ai cittadini. C’è tempo due anni per una scommessa che Cacciari non può perdere.

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