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30.10.10

Michele Mognato esordisce alla segreteria del PD veneziano

«Il Pd c è, non è un partito di ex»
la Nuova Venezia — 30 ottobre 2010
Venticinque pagine di relazione, che parte dalla situazione nazionale fino a dettare l’agenda dei grandi temi su cui farsi sentire a livello veneziano e regionale (dalla Sanità ai temi del lavoro e dell’impresa, dalla Tav alla Romea commerciale). Che parte dal riconoscere «sbagli e limiti come primo passo per la vittoria nel 2014», per strappare la Provincia alla Lega Nord.
«Il Pd c’è», dice il nuovo segretario provinciale del Partito Democratico Michele Mognato, eletto ieri sera al congresso all’hotel Russott di Mestre. «E non è più un movimento di ex che alimentano memorie».
Michele Mognato parte dal mea culpa, dalla sconfitta alle elezioni provinciali del 2009: «non siamo stati ritenuti interlocutori validi, non siamo stati capaci di comprendere per tempo le trasformazioni della struttura ecnoomica e sociale della provincia e di mettere in campo una nuova coalizione che uscisse dall’ambito tradizionale del centrosinistra».
Il futuro è quello indicato da Bersani, il «nuovo Ulivo» aperto al centro moderato. Al Pd veneziano, Mognato chiede di mettere al bando personalismi e cordate e di lavorare per un partito «realmente popolare, capace di raccogliere le istanze che provengono dal mondo del lavoro, della scuola, dell’associazionismo e trasformarle in proposta politica».
Una lunghissima relazione quella di Mognato, ben 25 pagine, con un intervento di oltre un’ora, e proposte sia sui temi da curare sia sul metodo, come le primarie per scegliere i parlamentari da candidare e la trasparenza con la pubblicazione dei redditi dei dirigenti. E sui dimissionari Causin e Bottacin, Mognato spiega che «non è con le dimissioni che si trova una soluzione ai problemi ma con l’approfondimento e il confronto». Anche se poi avverte: quando la direzione provinciale decide, tutti dovranno seguire la linea indicata.
Mognato intende lanciare un progetto metropolitano regionale per la provincia di Venezia, con grande attenzione al mondo del lavoro e all’impresa, alla sanità, alla scuola, al precariato, alle scelte infrastrutturali (Tav e Romea commerciale), con un Pd portatore di proposte proprie. Come sulla Legge speciale, per cui serve una legge nuova, «federale». Al ministro Brunetta il segretario chiede di garantire «le centinaia di milioni di finanziamenti promessi in campagna elettorale». E al sindaco Orsoni il messaggio è chiaro: «Non giochi di rimessa rispetto alle ipotesi del ministro ma sia protagonista nel costruire la nuova proposta di legge, coinvolgendo la città e gli altri comuni interessati. Chiedo di giocarsela questa partita: al suo fianco avrà il partito democratico. Non bastano tattica e buone relazioni».

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