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13.10.10

Verso Nord: al varo l'associazione tra le cautele del PD

la Nuova Venezia — 13 ottobre 2010

Verso Nord studia da partito e corteggia Galan


VENEZIA. Un nuovo polo si affaccia sulla politica veneta: alternativo all’egemonia leghista, “competitor” dialogante verso pidiellini e democratici. E’ il movimento Verso Nord: ieri si è costituito, formalmente, in associazione e molti osservatori giudicano questa tappa il preludio alla nascita di un partito. Con un testimonial a sorpresa, magari: Giancarlo Galan.

«So che è in agenda un incontro col ministro a Padova... », confida sibillino il portavoce Franco Miracco, mente pensante dei Nordisti «lui è un uomo indipendente, un liberal vero. Posso testimoniarlo, visto che tollera da anni le mie bizzarrie».

Molto eterogenea, per provenienza e vocazione, la schiera dei promotori: tra gli altri, Massimo Cacciari e Giuseppe Bortolussi; Mario Bertolissi e Achille Variati (il sindaco Pd di Vicenza, in verità, ha sottoscritto il manifesto riservandosi di aderire al movimento); Diego Bottacin e Maurizio Fistarol.

Presidente è stato eletto Alessio Vianello: «La gente ormai si è disinnamorata della politica», riflette «il nostro obiettivo è quello di riportarla ad appassionarsi al vivere sociale. Per questo la costruzione di un nuovo polo deve avvenire il prima possibile».

Le adesioni non mancano, tanto da suscitare nervosismo tra le forze politiche. Accanto ai giudizi liquidatori di parte leghista («Quattro gatti riciclati»), si registra l’aut aut del capogruppo democratico in Regione, Laura Puppato, che in polemica aspra con Bottacin ha ribadito l’incompatibilità della militanza in Verso Nord per gli esponenti del Pd.

Intanto il debutto è fissato per venerdì 22 ottobre, a Mestre, con un faccia a faccia sul nuovo riformismo tra Cacciari e il ministro del lavoro Maurizio Sacconi. Ma il partito nordista nascerà davvero: «Sì, se la gente lo vorrà», replica Miracco «c’è un Veneto straordinario, migliore della politica attuale, disgustato da questa deriva. Stiamo attraversando giorni bui, tristi, e non mi riferisco soltanto a quei poveracci che a Belluno hanno negato il tricolore agli alpini uccisi. Il problema non è soltanto la Lega, è un sistema politico arido, autoreferenziale, imbarbarito. Noi abbiamo messo insieme individualità significative, percorsi diversi che hanno un desiderio comune: tornare a discutere di politica, andare oltre il leghismo e il berlusconismo, riscoprire il valore delle idee ora soffocate dalla caccia alle poltrone».

Ma c’è spazio per un nuovo soggetto in un territorio che ha plebiscitato Luca Zaia castigando il Pdl e rifilando al centrosinistra il peggior risultato d’Italia? «Sì che c’è ed è vastissimo. L’hanno già intuito i leader di razza, da Galan a Veltroni. Qualche mese fa eravamo quattro amici al bar, oggi le adesioni crescono, sono importanti e trasversali: non promettiamo nulla a nessuno, però offriamo una prospettiva. Quando diventerà una proposta, allora saremo pronti... ».

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