Pagine

2.11.08

Andrea Martella: il PD non intende abolire le province

la Nuova Venezia — 2 novembre 2008
«Il Pd non abolirà le Province»
MESTRE. «Altro che boicottaggio. Il Pd sta lavorando da mesi per vincerle, le elezioni provinciali». Andrea Martella, ministro-ombra per le infrastrutture, questa volta è d’accordo con il sindaco di Venezia Massimo Cacciari.
L’uscita di Massimo Calearo al convegno sul federalismo di Vicenza («Non presentate liste e candidati alle prossime provinciali») non gli è affatto piaciuta.

Le province sono enti inutili, fonte di sprechi, vanno abolite. E’ il pensiero di Calearo o del Pd?
«Quando si trova vicino a Riello forse Calearo non riesce a trattenersi. Mi è parso un gioco a chi la sparava più grossa».
Dunque è solo un pensiero di Calearo?
«Mi sembrano parole in libertà, provocazioni inutili, soprattutto alla vigilia di un turno amministrativo per noi molto importante in diverse città».
Forse quello di Calearo era un tentativo, magari un po’ sbrigativo, di dare la sveglia al Partito Democratico proprio in Veneto.
«Trasformiamo in positivo anche le provocazioni se hanno l’obiettivo di fare un Pd più forte, in grado di offrire una proposta politica capace di attrarre il consenso anche in territori finora non vicini al centrosinistra».
Come?
«Sul federalismo, quello vero, la diminuzione della pressione fiscale, le infrastrutture, la sicurezza noi riteniamo di avere delle proposte più serie e concrete del centrodestra che, per molti aspetti, finora non sono andate oltre gli slogan e l’apparenza».
Non esiste allora nessuna proposta del Pd che punta all’abolizione delle Province.
«Non esiste nessun programma in tal senso. Ricordo che l’abolizione delle Province, al contrario, era prevista nel programma del Popolo delle Libertà. Nel Decreto legge Calderoli, però, sono ancora tutte lì: vaglielo a dire alla Lega di abolire le Province. Così come restano le comunità montane e sono confermate intatte le prerogative delle Regioni a statuto speciale, che parteciperanno solo se vorranno al finanziamento del fondo perequativo».
Sta dicendo che quello del centrodestra è un finto federalismo?
«Resta una bandiera, un miraggio. Si vede in lontananza, ma non c’è. Al momento non esiste uno straccio di cifra, non sono indicate le risorse necessarie. In pratica è una cosa che resta sulla carta. E poi si prospettano tempi lunghissimi: due anni per i decreti attuativi, poi le Regioni avranno 5 anni per passare dalla spesa storica ai costi standard e altri 5 per quelle che non ce la fanno».
La vostra proposta, invece, cosa prevede?
«Quello del centrodestra è un federalismo che non ci piace perchè la riteniamo una proposta insufficiente. Serve un Senato federale composto dai rappresentanti regionali, bisogna ridurre il numero dei parlamentari. Stiamo lavorando a un documento che diventerà un disegno di legge e che presenteremo a gennaio a Venezia».
Tornando alle Province: è pur vero che per molti cittadini le competenze di questi enti risultano, diciamo così, non meglio identificate. Sono proprio indispensabili anche dove sono previste le città metropolitane?
«Nel programma del Pd c’è il no a nuove province, ci sono accorpamenti e razionalizzazioni e c’è l’avvio di un processo di superamento delle Province là dove esistono le città metropolitane».
Per quanto ci riguarda parliamo di Venezia.
«Sì, anche Venezia sarà un’area metropolitana. Ma questo processo non interferisce con le prossime elezioni provinciali. E’ una cosa che non succederà domani. A Venezia noi siamo forza di governo e puntiamo a confermarci. Per questo sosteniamo ancora Davide Zoggia, per proseguire il lavoro iniziato».
Massimo Scattolin

Nessun commento: