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18.9.08

Il polso del PD veneziano: parla Gabriele Scaramuzza

Intervista a Gabriele Scaramuzza
«Pari dignità ai circoli dei luoghi di lavoro»

Dopo Belluno e Rovigo, abbiamo raggiunto a Venezia Gabriele Scaramuzza, coordinatore provinciale del Partito Democratico, per conoscere il percorso con cui il PD si sta radicando in provincia.
Coordinatore Scaramuzza, come sta procedendo il radicamento del PD sul territorio? I circoli hanno iniziato a lavorare?
«Dopo aver chiuso la costituzione formale dei 74 circoli, nelle scorse settimane ha avuto inizio la loro attivazione concreta, che si è realizzata con iniziative di portata nazionale, come l’allestimento dei gazebo per Salva l’Italia, e nel coinvolgimento attivo per organizzare le feste estive nel territorio.Se da un lato abbiamo curato la messa a regime del partito, nel contempo abbiamo, però, promosso, e stiamo promuovendo, dei gruppi di lavoro provinciali. Ogni persona della mia segreteria è responsabile di un gruppo di lavoro, in cui deve esserci almeno un iscritto di ogni circolo. Lunedì è partito il gruppo “Pianificazione territorio e infrastrutture”. Tra pochi giorni sarà operativo il gruppo “Scuola” e via via inizieranno i lavori anche gli altri.Altra cosa su cui stiamo lavorando è l'organizzazione sub-provinciale. Questa necessità nasce dal fatto che la nostra è una provincia composita che ha sensibilità territoriali molto forti. L'intenzione è quella di andare a toccare i vecchi mandamenti, perché i circoli si assettino su tematiche trasversali con iniziative politiche coordinate.Come organo dirigente abbiamo dato anche dignità ai circoli instaurando la “Conferenza provinciale dei coordinatori di circolo”. Questo per costruire da un lato momenti di condivisione anche sui problemi di gestione quotidiana e per aggiornarli, dall'altro, sulle iniziative di partito».
A che punto è la costituzione dei circoli nei luoghi di lavoro?
«In esecutivo regionale, con il primo regolamento, avevamo fatto una battaglia per il conferimento di pari dignità ai circoli dei luoghi di lavoro. Ora stiamo lavorando alla loro costituzione. Sono già sorti quello della Raffineria Agip di Porto Marghera e quello di Fincantieri. Entro settembre si costituiranno i due circoli che per articolazione saranno più complessi: quello della CTU, azienda che si occupa dei trasporti e quello della Veritas che si occupa, invece, dei cicli integrati dell’acqua e dei rifiuti. Dopo di ciò sarà la volta del circolo del polo chimico e proseguiremo ancora».
Com’è il clima tra i militanti, c’è voglia di partecipare al progetto del Partito Democratico?
«Una considerazione che mi sento di fare è che la nostra base, il nostro popolo, è molto più avanti di noi del gruppo dirigente. Dalle molte occasioni di incontro di questa estate è emersa, da un lato, una fortissima voglia di ritrovarsi, di fare uno sforzo perché la riuscita delle feste fosse un segnale del successo del PD; all’altro un rimprovero alla classe dirigente nazionale da leggere positivamente, come un'esortazione, uno sprone. Quanti hanno partecipato l’hanno fatto capire senza tentennamenti: non serve il continuo “contarci tra di noi”, la cosa importante è aver chiaro che siamo un’alternativa culturale e di governo al centro-destra. Si deve guardare avanti per costruire».
Come procede il tesseramento? Quante tessere sono state fatte finora?
«La stima che stavamo facendo è che complessivamente nelle 9 feste hanno dato il loro apporto almeno 600 volontari. Tra loro vi sono stati quanti fanno riferimento ai circoli, ma anche simpatizzanti e singoli aderenti. Questo ci fa ben sperare. Dov’è stato possibile, inoltre, le feste sono state un momento importante per iniziare la campagna del tesseramento, ma fare la conta ora è prematuro».
Coordinatore Scaramuzza, visto che abbiamo affrontato l'argomento “feste”, può fare un bilancio sul loro andamento? C’è stata la partecipazione attesa?
«Come dicevo, le feste sono state ben 9 e anche se sono state pianificate con il coordinamento provinciale, il loro successo è stato reso possibile dalla concreta organizzazione da parte dei circoli del partito.Alcune di esse, quelle più grandi, sono state gestite da più circoli, creando così preziose sinergie tra di loro. Sono state indubbiamente un successo, soprattutto se si tiene conto del fatto che, pur arrivando da una tradizione florida, siamo riusciti ad aggiungerne una rispetto alle 8 dei DS dell’anno scorso. Il bilancio, pertanto, è positivo sia per l'impegno che per la partecipazione. Ho visitato tutte le feste e il dato che mi ha incoraggiato e stupito, rispetto al tono medio del dibattito nazionale, è che dove abbiamo fatto programmi di incontri politici su diversi temi, ho riscontrato molta voglia di partecipare. L'aspetto importante di questo desiderio di intervenire è che una buona metà dei convenuti erano membri che già gravitavano attorno al partito, ma l’altra metà era “opinione pubblica”, la più varia possibile. C’è, quindi, desiderio e bisogno di dibattito. Noi, da canto nostro, abbiamo cercato di affrontare tematiche che fossero vicine ai territori. A Campato, ad esempio, abbiamo approfondito il problema della sicurezza stradale e dei quadranti sugli sviluppi aeroportuali, ma in ogni area siamo stati vicini alle esigenze dei territori. Inutile dire che quando sono venuti Vannino Chiti e Bersani c’è stata una partecipazione travolgente».
Che iniziative avete programmato per l’autunno in provincia, in particolare in vista della manifestazione del 25 ottobre e per il tesseramento?
«Naturalmente cercheremo di organizzare una folta partecipazione alla manifestazione del 25 ottobre. Oltre a ciò ci concentreremo sulle feste con cui i vari circoli daranno il via al tesseramento. L'intenzione era quella di lanciare una “Giornata provinciale del tesseramento”, agganciata all'iniziativa Salva l'Italia. Poi costruiremo anche un paio di iniziative politiche di più ampio respiro».
A primavera ci saranno le Europee e le Amministrative, un banco di prova importante per il PD. Come vi state attrezzando per affrontare bene quella sfida?
«In provincia abbiamo il rinnovo di 16 comuni su 44 e le elezioni dell'amministrazione provinciale. Per quanto riguarda queste ultime, potevamo scegliere un rapido passaggio che ricandidasse il presidente uscente Davide Zoggia, a fronte della bontà del suo operato, ma volevamo dare un segno di rinnovamento più profondo. Così nel mese di luglio abbiamo intrapreso un faticoso ma entusiasmante percorso di consultazione aperto alla più ampia partecipazione e condivisione.Siamo andati, così, nei territori e abbiamo fatto diversi incontri, chiamando a raccolta non solo gli organi dirigenti, ma tutto il partito, per chiedere quali fossero i pareri sull'operato dell'amministrazione uscente, quelli sulla candidatura e sulle istanze da far proprie, sia nei contenuti che nel tema delle alleanze. Il risultato è stato riportato alla direzione che all’unanimità ha riproposto Davide Zoggia. Sul tema delle alleanze, inoltre, si è deciso di ripartire dalla coalizione con cui abbiamo ben governato, cerchando anche spazi e forme per allargamenti: dalle liste civiche fino a comprendere l’area di voto moderato. Il tavolo della Coalizione ha accolto la candidatura di Davide Zoggia e ha fatto proprie le nostre considerazioni sui contenuti e le alleanze che costituiranno l’asset del nostro progetto, dando mandato allo stesso Zoggia di presentare un’architettura di programma con cui partire a fine anno.Chiusa questa fase, ci aspettano sei mesi per la costruzione del tessuto territoriale, sei mesi in cui andremo nei mercati e nelle piazze a presentare candidato e programma e costruire entro la prima metà di ottobre quella che nelle nostre intenzioni vuole essere una grande Conferenza di Programma per la provincia, che riunisca gli organismi dirigenti di partito, i coordinatori di circolo e quegli attori delle forze economiche, sociali e sindacali che vorranno esserci».
ma.ri.

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