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29.9.08

Sistema portuale adriatico: Mira tra Venezia e Chioggia

La Nuova Venezia 28-9-2008

Convegno del Pd ieri. Presente anche Mira che verrebbe coinvolta
«Un sistema portuale per l'Alto Adriatico»
La proposta: sinergie tra Chioggia e Venezia per utilizzare meglio il potenziale
Costa: «Ci sono margini per fare sistema» Vio: «C'è bisogno di migliore viabilità e di infrastrutture»

Elisabetta Boscolo Anzoletti

Chioggia. Un unico sistema portuale per l'Alto Adriati­co. A questo dovrebbero puntare Chioggia e Venezia per ottimizzare le potenzialità di due porti dalle grandi risor­se, ma soffocati da fondali inadeguati e mancanza di infra­strutture collaterali all'altezza. Se ne è discusso ieri nella tavola rotonda sulla portualità promossa dai circoli del Pd di Chioggia e Mira. L'idea è quella di creare un siste­ma lagunare veneziano dove i due porti possano comun­que mantenere le specificità proprie.

«Un percorso di sinergie tra Venezia e Chioggia — spiega Paolo Costa, presidente dell’'Autorità portuale di Venezia — è già iniziato sul campo del­la formazione, dello scambio di manodopera, dello sviluppo del traffico passeggeri, della promozione, ma i margini per fare sistema sono molti altri. Solo l'integrazione in uno stes­so sistema portuale porterà al pieno utilizzo del potenziale dei due porti».
Le energie inesplose del porto di Chioggia sono tante. Nel '90, quando partirono i fi­nanziamenti pubblici per creare il nuovo porto commerciale di Val da Rio, si puntava ai 4 milioni di tonnellate di merce. I dati però registrano traffici annui fermi a 1.600.000 tonnel­late, compreso il pietrame trasportato per il Mose.
«Siamo ancora distanti dall’'obiettivo — rileva il consi­gliere regionale del Pd, Lucio Tiozzo — sono stati investiti 100 milioni di euro, ne arrive­ranno altri 80, ma non si è vi­sta quell'esplosione che si at­tendeva. E' necessario fare si­stema sfruttando l'ambito la­gunare comune, mantenendo però le specificità». A frenare il decollo del porto clodiense i limiti strutturali. «I nostri fondali non sono dignitosi — spie­ga Giuliano Godino, presiden­te degli utenti del porto — l'im­possibilità di far entrare navi di un certo tonnellaggio ci esclude da traffici importanti. La mancanza di un corridoio luminoso non ci permette di lavorare nelle ore buie. Si so­no costruiti grattacieli a Val da Rio, ma non si sono fatte le fondamenta...». «Il sistema portuale — precisa il sindaco di Mira, Michele Carpinetti — necessita di fondali, di linee ferroviarie e di accessi viari adeguati. Vanno fatte scelte politiche, soprattutto adesso che si stanno redigendo i pia­ni territoriali provinciale e re­gionale».
«Nella pianificazione — assi­cura l'assessore provinciale all'urbanistica, Enza Vio — stia­mo dando forte attenzione al­la portualità. Abbiamo suggerito che la bretella di collega­mento con la Romea commer­ciale passi a Nord di Chioggia e si colleghi al raccordo anula­re di Padova creando una via privilegiata per il traffico del­le merci. Nel sistema portuale lagunare Venezia potrebbe concentrarsi sulla crocieristica e Chioggia con queste nuo­ve infrastrutture sulla parte commerciale».
Nuove prospettive avrebbe­ro ricadute anche sui lavorato­ri. «Per fare sistema — specifi­ca Renzo Varagnolo, segreta­rio della Cgil — le imprese de­vono specializzarsi. Se riman­gono generaliste diventerà una guerra tra poveri con trat­tative al ribasso. Ci sono inve­ce margini di crescita se si individuano settori di specializ­zazione».

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