la Nuova Venezia — 16 ottobre 2008
Dimissioni di Giaretta, i giovani presentano il contoVENEZIA. La parola ai giovani. Dopo l’annuncio delle prossime dimissioni del segretario regionale del Pd Paolo Giaretta, tra le nuove leve, si registra una reazione a catena. Di proposte, idee, ma anche di lamentele.
I ragazzi che un anno fa hanno riposto la loro fiducia nel progetto del Pd, insorgono contro un partito che - ritengono - ha traghettato il vecchio nel nuovo. L’insoddisfazione si traduce in una valanga di lettere a Giaretta, neanche a muoverle fosse una regia comune. Decine gli interventi di privati cittadini, elettori e simpatizzanti. Denunciano la mancanza di un vero rinnovamento.
«La costituzione del partito è avvenuta con un’operazione molto di vertice e poco sentita nel territorio» sostiene Francesca Astorino 30 anni, da Vicenza. Per questo serve «Un’operazione che passa per un rinnovamento di idee e uomini «giovani che non hanno militato né nella Dc né nel Pci e perciò lontani da logiche spartitorie» spiega. Da Giuseppe Esposito di Treviso arriva l’appello ad evitare: «Di adagiarsi nel ruolo di opposizione professionale e disperatamente perdente - sostiene - per questo servono volti nuovi e messaggio chiari, l’elettorato richiede un cambio di marcia politica». Su tutti l’esempio di Treviso e della Lombardia, che ha portato all’elezione di giovani rappresentanti anche se «le oligarchie avevano altri progetti». «Dopo una buona partenza mi sembra il Pd rischi di non riuscire a mantenere quanto promesso in termini di vero rinnovamento» scrive Carlo Stagni da Vicenza. Chiede coraggio e rinnovamento e rotture con il passato «non solo teoriche ma anche fisiche». «La cosa che mi piacerebbe vedere in occasione del rinnovo della carica sarebbe un gesto di coraggio, uno scatto di idealità in questo Pd in cui è molto difficile riconoscersi» scrive Adriano Battagin, sempre da Vicenza. Il problema è quello delle logiche di partito che prevalgono su «capacità, competenza e intelligenza politica». «Basta con i politici di professione - sostiene Gian Marco Zulian da san Stino di Livenza - facciamo come Treviso dove è stato eletto uno che nessuno si aspettava, e come la Lombardia». «Il problema non sta nelle idee e nei valori - sostiene Diletta Mozzato da Venezia - ma nella credibilità, nella fiducia e nella presa sulle persone. Dopo le primarie di ottobre i vertici hanno serrato le fila preoccupandosi quasi esclusivamente di voti, cariche e numeri con un’enorme distanza rispetto ai cittadini».
Il timore dunque è che anche a novembre l’assemblea, per la successione di Giaretta si limiti a ratificare decisioni prese altrove». Il Pd guarda quindi con speranza al segretario di Treviso Enrico Quarello e al lombardo Maurizio Martina. Dà i voti e chiede risposte. Quella di novembre è l’ultima chiamata utile prima delle amministrative 2009. Certo che se questi sono i simpatizzanti...
(s.zan.)
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UPDATE: la "risposta" di alcuni giovani, tra cui Paolo Giacon, il capo della segreteria politica dello stesso Giaretta, qui sul sito del PD Veneto
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