Il Gazzettino Mercoledì 29 Luglio 2009
VERSO IL CONGRESSO
«Un sindaco segretario del Pd del Veneto»
Variati, Cacciari, Zanonato e Merchiori propongono Fracasso (fino a giugno primo cittadino di Arzignano)
Non si può continuare alla spicciolata. È meglio che il Pd assuma un aspetto unitario, almeno in Veneto. E l’unica figura che può garantire la coesione, perché attento ai sospiri della società, è quella del sindaco. Così per riportare ordine tra i democratici divisi in tre correnti che si giocano la segreteria nazionale e veneta, scendono in campo quattro sindaci di peso: Massimo Cacciari (Venezia), Achille Variati (Vicenza), Flavio Zanonato (Padova) e Fausto Merchiori (Rovigo) con un loro nome per la segreteria veneta: Stefano Fracasso, 45 anni, insegnante di liceo, guarda caso sindaco di Arzignano (Vicenza) dal 2004 al 2009. Non dire gatto se non l’hai nel sacco. Se ne ricorderanno di questo proverbio Marco Stradiotto, Piero Ruzante e Laura Puppato. Nelle ultime settimane i tre democratici sono stati al centro del dibattito nel Pd del Veneto in vista del congresso di ottobre, dopo quello nazionale. Ma come neve al sole, il trio sembra svanito. Comunque, poiché il termine per la presentazione delle candidature scade venerdì a mezzanotte, c’é tempo per vederne ancora delle belle, per assistere a salti mortali e a cambiamenti di opinione come è avvenuto per Massimo Cacciari, sindaco di Venezia. Anche in periferia come, al centro, si stanno dando battaglia tre candidato forti, ognuno con la propria visione di ciò che dovrà essere il partito: Dario Franceschini, Pier Luigi Bersani e Ignazio Marino. In Veneto la gara si è complicata, soprattutto nell’area che fa riferimento a Bersani. Per Franceschini, con piena sintonia in tutta la "corrente", il più gettonato sembra essere il consigliere regionale Andrea Causin. Nella componente di Marino, non è ancora stata fatta una indicazione chiara; ovvero i due referenti veneti del cardiochirurgo prestato alla politica, i "piombini" Felice Casson e Marta Meo, hanno tentato si sparigliare le carte andando a pescare un’ipotesi di candidatura, a loro dire unitaria, nel campo avversario: Laura Puppato, sindaco di Montebelluna (Treviso), portabandiera di Bersani, che ha ottenuto un onorevole risultato alle ultime europee. Una forzatura dei "piombini" che ha indispettito i "bersaniani" di altre province che hanno atteso qualche giorno per poi scendere in campo in forze e mettere cappello, riprendendo una posizione centrale e propositiva grazie alla coesione che il Pd ha sia a Padova che a Vicenza. Un passo indietro. Il nome di Stradiotto era scaturito da un accordo tra il popolare Letta e il Ds Bersani. Poi i "piombini" hanno messo sul tavolo la «proposta unitaria» della Puppato, bocciata dal deputato padovano Margherita Miotto e dal sindaco di Padova Zanonato che ribatteva con l’ipotesi Ruzante. Per la Puppato si è speso anche Cacciari per una evidente sintonia di ruolo, ma ora per il primo cittadino di Montebelluna la strada è chiusa, sostenuta solo da una parte Pd di Treviso. Il caos imperversa. C’é bisogno di ricomporre le fratture e dare prova di un Pd del Veneto che sa costruire qualcosa di unitario. È proprio per la sintonia di ruolo, che Cacciari avrebbe accettato di firmare un documento comune con gli altri tre colleghi con la sponsorizzazione trasversale di Fracasso che sindaco è stato (promemoria: il popolare Variati è pro-Bersani, al contrario del collega Merchiori che appoggia Franceschini, l’ex ds Zanonato voterà per Bersani, Cacciari va annoverato tra gli spiriti liberi). Una iniziativa la cui spiegazione va ricercata, lo spiega lo stesso interessato che accetta la candidatura, «nel ruolo del sindaco, l’unico che può andare oltre il recinto del partito, presentandosi con idee per risolvere i problemi del cittadino». (Inciso: perché i franceschiniani dovrebbero accettare un candidato unitario? Meglio andare al confronto). Così dopo il movimento dei sindaci, si apre la strada al segretario-sindaco (ex). Un progetto, scrivono Cacciari-Merchiori-Variati-Zanonato, «che pone il Veneto come la frontiera più avanzata di sperimentazione dei processi di trasformazione del Paese». Anche in politica. Attraverso «le città che devono tornare protagonista dello sviluppo veneto e italiano e che sempre più rappresentano per i cittadini non solo un riferimento ma anche un modello amministrativo».
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