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3.7.09

Gabriele Scaramuzza: il PD veneziano deve cambiare

la Nuova Venezia — 3 luglio 2009
«Il Pd per non morire deve cambiare»

Mitia Chiarin
Monta l’insoddisfazione dentro il Partito Democratico veneziano che cerca il rilancio dopo la sconfitta alle Provinciali. Stasera alle 20 all’Auditorium di Favaro si riunisce la direzione provinciale.
Gabriele Scaramuzza ribadisce di esser detto pronto alle dimissioni e al partito, già lanciato nel toto-candidato sindaco in vista del 2010 (in lizza ci sono tra gli altri Mingardi, Ferrazzi e Mognato) chiederà stasera uno sforzo per rilanciare l’attività politica e per scegliere candidati nuovi e autorevoli alla poltrona di primo cittadino per le Primarie di coalizione del prossimo autunno.
«Arrivare alle Primarie con sei candidati è un segno di debolezza. Bisogna puntare su tre nomi forti con un progettodi città collegati ad una squadra di nomi», dice Scaramuzza.
I mali di cui soffre il Pd veneziano oramai sono noti. «Manca al Pd una identità ben definita ed una credibilità territoriale. Mali che, per un effetto a cascata, finiscono col coinvolgere tutto il centrosinistra», è l’analisi del sociologo Gianfranco Bettin, esponente dei Verdi.
«C’è un problema di radicamento e di contatto con parti della società, come i lavoratori precari - continua Bettin - E poi la leadership: c’è la necessità, come sottolinea Ilvo Diamanti, di puntare sui migliori. Non significa giovani e donne ma persone davvero capaci».
Per Bettin il Pd a Venezia deve saper recuperare i valori del Pci e del movimento operaio «non autoreferenziali e settari, che hanno avuto in Gianni Pellicani, l’ultimo grande interprete», e dall’altra, dei cattolici democratici dentro e fuori la Dc. «Un patrimonio straordinario da collegare a quei molti iscritti che non vengono dai partiti precedenti e credono nella forza riformista del Pd».
Temi questi su cui Gabriele Scaramuzza concorda. «Siamo percepiti come un partito che non sa dare risposte concrete alla società». Il coordinatore comunale Alessandro Maggioni la pensa nello stesso modo, ma lui non intende dimettersi, chiarisce subito. «Manca il dialogo con parti della società, dai lavoratori precari agli imprenditori e categorie. Dobbiamo toglierci l’etichetta elitaria e ascoltare la gente, tornare nei luoghi di lavoro. Lo dovranno fare i candidati sindaco. Comunque la sconfitta alle Provinciali non può avere un capro espiatorio, quindi invito Scaramuzza a non dimettersi».
Il partito si prepara al prossimo congresso. Il 21 luglio scade il tesseramento, il 24 si chiudono le candidature per i congressi nazionali e regionali. Entro fine mese, spiega Maggioni, via agli incontri con i partiti della coalizione di centrosinistra in vista delle primarie per il candidato sindaco, previste in autunno.
Una ipotesi è anche quella di un Primarie Day il 25 ottobre, unendo la scelta del segretario nazionale con quella del candidato sindaco.

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