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25.6.09

Gabriele Scaramuzza: il PD impari dalla sconfitta


Il Gazzettino Mercoledì 24 Giugno 2009

Imparare dalla sconfitta, magari cambiando modulo e puntando sui giovani più promettenti. Non si tratta delle considerazioni postsudafricane del c.t. della nazionale di calcio, ma della linea programmatica esposta da Giovanni Scaramuzza, coordinatore del Pd della provincia di Venezia.
Secondo Scaramuzza, non è tutto da buttare. La sconfitta è l'esito di una sfida, nella quale il Partito Democratico ha saputo ridimensionare una débacle numerica che in molti – dopo l'accordo tra Zaccariotto e Udc – davano per scontata.
«Al primo turno – enumera Scaramuzza – il distacco era di 30mila voti, che potevano crescere, potenzialmente, fino ai 50mila grazie ai voti dell' Udc; invece la differenza è stata di sole 10mila preferenze. Questo grazie ad un grande lavoro di recupero basato su una presenza capillare sul territorio».
A bocciare il centro sinistra sono state le zone periferiche della Provincia, in primis Veneto Orientale e Clodiense. Secondo la dirigenza del Pd, in queste zone il risultato poco confortante è stato causato dallo scarso radicamento del Partito Democratico nel territorio. In quelle stesse circoscrizioni la Lega, invece, ha sfondato.
«La colpa – analizza Scaramuzza – è anche nostra. Il nostro messaggio non è passato; dobbiamo imparare a semplificarlo, a graduarlo sul territorio, ma senza banalizzarlo, visto che c'è già chi lo fa. Non dobbiamo seguire la Lega, ma distinguerci».
Il mea culpa dei Democratici parte da una considerazione: il Pd resta – nelle percentuali – il partito che ha ricevuto il maggior numero di preferenze in Provincia, mantenendo alte le percentuali nei centri più urbanizzati. Ha pagato dazio, invece, nelle realtà urbane limitrofe; anche per incrementare i consensi in terra nemica, il Pd sembra intenzionato a modificare la propria metodologia propagandistica, tornando a “sporcarsi le mani”, ossia: incrementare i comizi pubblici e moltiplicare gli appuntamenti nei luoghi di lavoro che oggi non hanno rappresentanza politica. Prosaicamente, tornare alla politica dei gazebo, a quella politica tradizionale troppo velocemente abbandonata e che, dati alla mano, ha invece premiato la coalizione avversaria.
Una volta cambiato modulo, si potranno inserire volti nuovi. Un cambiamento graduale della classe dirigente, che parta dai giovani coordinatori di circolo, molti dei quali sono ventenni.
Il Partito Democratico aspetta ora al varco la nuova giunta guidata da Francesca Zaccariotto, per la quale – a detta di Scaramuzza – si pronosticano tempi di spasimo e di immobilismo. «Non vorrei che in Provincia si ripetesse lo stallo che si sta vivendo in Regione, con Pdl e Lega impegnate – più che a legiferare – a misurare l'uno la forza dell'altra, in vista della prossima candidatura Presidenziale. Inoltre – profetizza Scaramuzza – a causa di questa situazione, la Zaccariotto sarà costretta a creare una Giunta di controllori, più che di collaboratori». Il Pd non prepara le barricate, promettendo invece un'opposizione attiva.

Marco Dori

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