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10.6.09

Davide Zoggia: un appello contro l'astensionismo per il ballottaggio del 21 e 22

Corriere del Veneto 10 giugno 2009

POLITICA

Provinciali, Pdl e Lega divisi sull'alleanza con l'Udc

Il Carroccio: «Apparentamento inopportuno». Zaccariotto e Zoggia, appello contro l'astensionismo

VENEZIA — AAA. A come apparentamento. A come astensione. A come Arcore, nel senso di patto tra Bossi e Berlusconi. Due giorni dopo il voto provinciale, sul ballottaggio tra Zoggia e Zaccariotto domina il fattore A. E se la cena tra il premier e il leader del Carroccio sembra aver facilitato le cose nel centrodestra, entrambi gli schieramenti si trovano sin d’ora a fare i conti con le alleanze future (più Zoggia) e con l’imperativo categorico di portare nuovamente tutti gli elettori al voto (più Zaccariotto). In mezzo gli elettori, che il 20 e il 21 si troveranno di fronte ad una consultazione esclusivamente amministrativa, in mezzo l’Unione di Centro di Ugo Bergamo che ieri è volato a Roma sia per questioni relative al Csm sia per incontrare Pierferdinando Casini e formulare assieme una strategia, in mezzo i trentamila voti che separano i due candidati. Pochi, tanti, chissà.

Dialogo diviso I 24 mila voti dell’Udc al ballottaggio fanno comodo, figuriamoci. Soprattutto alla coalizione di centrosinistra, impegnata a scalare la montagna dei 30 mila, anche a Pdl e Lega il cui elettorato tradizionalmente la seconda volta non va molto volentieri alle urne. I due schieramenti sono convinti dell’utilità di un dialogo con Bergamo, eppure in entrambi i casi c’è chi accelera e chi frena. Da una parte c’è Davide Zoggia che dice: «Tra noi e l’Udc c’è sempre stato un rapporto, il nostro percorso è lineare. Semmai è il centrodestra che fino a ieri li mandava a quel paese e ora cambia idea». Ma troviamo anche parti della coalizione, come Sebastiano Bonzio, segretario provinciale di Rifondazione, che raccomanda calma: «Quella dell’apparentamento con l’Udc — dice — è per noi una soluzione complicata. La politica non è un laboratorio ma un luogo in cui contano le idee e la capacità di amministrare». Più o meno lo stesso copione dall’altra parte dello schieramento. Con la candidata del centrodestra Francesca Zaccariotto che dice: «Apparentamento con l’Udc? Non ha grande importanza, l’elettorato di Bergamo difficilmente andrà assieme a Rifondazione, stare con noi mi sembra per loro una scelta naturale, forse non servono forzature». «Sì, sì — rincara il consigliere regionale leghista Daniele Stival — l’apparentamento è inopportuno, basta riportare i nostri a votare». Di un’altra opinione è invece Mario Dalla Tor, e con lui gran parte del Popolo della Libertà: «Abbiamo già parlato con Bergamo, deciderà lui se apparentarsi con noi o meno, personalmente però so che cosa mi ha risposto».

Sempre in tema di apparentamento c’è poi la questione sondaggi. Cose vecchie, chiaro. Che però contibuiscono a frammentare ancor di più le già poche certezze dei due schieramenti. In casa Pdl infatti sono più che certi: solo il venti per cento dell’elettorato dell’Udc seguirebbe la coalizione di Zoggia, mentre l’80 sposerebbe il matrimonio Pdl-Lega con l’Unione di Centro.

Tutti alle urne Al di là dei 24 mila voti dell’Udc che vedremo nei prossimi giorni se avranno o meno una casa, l’altra questione al centro del ballottaggio è quella dell’astensionismo che nel centrodestra sembra un po’ ridimensionata dal patto di mututo soccorso tra Bossi e Berlusconi. Il secondo turno in genere non raccoglie folle oceaniche e stavolta non dovrebbe certo essere la consultazione referendaria ad alzare la media. «Le prove di forza locali non hanno più nessun senso — attacca Daniele Stival — il 20 e 21 si va tutti a votare punto e basta». La frase in codice è rivolta in primo luogo al Pdl che potrebbe avere la tentazione di non motivare a sufficienza i suoi per sostenere Francesca Zaccariotto alla conquista di Ca’ Corner. «Balle» taglia corto l’azzurro Mario dalla Tor, «siamo già pancia a terra per sostenere il candidato di centrodestra». «Ci fosse stato l’amico Salvagno con la Zaccariotto al primo turno — replica Nereo Laroni — non sarebbe stato necessario il ballottaggio. Grave errore commesso dagli apprendisti registi del Pdl». Il segretario provinciale del Pd Gabriele Scaramuzza invece ci mette la maggior grinta possibile: «Tutti alle urne con orgoglio, ambizione e rabbia».

Già, perché il rischio astensionismo non sembra essere solo una questione di centrodestra. «Faranno fatica anche loro a riportarli tutti al voto — dice Alessandro Danesin, vice coordinatore del Pdl di Venezia Grande Città — sono finiti i tempi del Pci».

Due settimane di sfide Passati solo due giorni dal voto, i due candidati hanno già ricominciato una campagna che — soprattutto per Zoggia — sembra non finire mai. «Tornerò sul camper, incontrerò i cittadini — dice il presidente uscente — e spero anche Francesca Zaccariotto per poter parlare di programmi, cosa che non ha mai voluto fare. Ora si fa sul serio, e il voto è amministrativo, non più politico. La discussione si fa su cose concrete». Secca la candidata del centrodestra: «Sono tranquilla, 30 mila voti di differenza sono tanti e ce la possiamo fare senza troppi problemi». Rimpianti di non avercela fatta al primo turno? «Un po’ se penso alle 12 mila schede annullate. A pensar male si fa peccato ma...».

Massimiliano Cortivo
10 giugno 2009

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