la Nuova di Venezia — 20 giugno 2009
Zoggia per proseguire sulla strada dell'eccellenza
Il voto è, certo, questione che riguarda in primo luogo gli elettori dei comuni e delle province in cui si vota, e nel Veneto, le province di Venezia, Belluno e Rovigo e il comune di Padova. Dopo l’esito delle europee e del primo turno delle amministrative, un’altra vittoria della destra peserebbe a lungo. E chiuderebbe molte dinamiche politiche, ancor più di quanto già non avvenga, soprattutto se la destra riuscisse a conquistare la provincia di Venezia e a riprendersi Padova.
Zoggia per proseguire sulla strada dell'eccellenza
Il voto è, certo, questione che riguarda in primo luogo gli elettori dei comuni e delle province in cui si vota, e nel Veneto, le province di Venezia, Belluno e Rovigo e il comune di Padova. Dopo l’esito delle europee e del primo turno delle amministrative, un’altra vittoria della destra peserebbe a lungo. E chiuderebbe molte dinamiche politiche, ancor più di quanto già non avvenga, soprattutto se la destra riuscisse a conquistare la provincia di Venezia e a riprendersi Padova.
Per questo il voto, che resta ovviamente di primaria competenza dei residenti, e che certo verte primariamente sulla questione dei governi dei territori, è anche un voto di portata generale. I voti veneziano e padovano più di altri. Chi ha a cuore il mantenimento e il rilancio di una dialettica sociale e politica più ricca dovrebbe preoccuparsi molto di un possibile en plein della destra veneta, della piena omologazione di città come Padova e di province come le tre in gioco a una linea che riassume ferreamente ogni confronto nel mero rapporto di potere tra Lega e Pdl e che trova, bossianamente, la quadra solo assecondando gli animal spirits dello sviluppo sregolato da un lato e consentendo le ronde dall’altro, solo per fare due tra gli innumerevoli possibili esempi di come Lega e Pdl si spartiscano le rispettive zone politiche e amministrative di influenza.
Avremmo, nel caso, una mappa bicolore del Veneto - il verde padano e l’azzurro berlusconiano, per dirla con Ilvo Diamanti - che sarebbe in realtà, nei fatti e nei contenuti, una mappa rigidamente monocolore. Una Padania con capitale imperiale - extraveneta - ad Arcore.
L’esito del ballottaggio veneziano, in un paese normale, sarebbe scontato. Davide Zoggia ha governato bene, lo riconoscono a volte i suoi stessi avversari più onesti. La provincia di Venezia in questi anni è tornata a scalare le classifiche dell’economia, della produzione, e dell’efficienza amministrativa: le annate del Sole 24 ore e le periodiche analisi sulla situazione sociale ed economica dei più diversi istituti sono a disposizione e chiunque lo può verificare. Ai dati dell’economia si possono aggiungere le politiche infrastrutturali e strutturali (specie nell’edilizia scolastica) e in campo ecologico: basti citare la rete ecologica che copre tutta la provincia, lo straordinario piano per il Vallone Moranzani, la svolta impressa su rifiuti ed energia a Fusina (un modello di valore europeo). Anche verso i punti di difficoltà, specialmente dal precipitare della grande crisi globale, la Provincia ha saputo agire concretamente, a cominciare da Porto Marghera (e sul tema del lavoro in genere).
E’ desolante, viceversa, sentir dire dalla candidata Zaccariotto che si adopererà per «aprire un tavolo». Il tavolo è spalancato da anni, e ciò che oggi manca è soprattutto il peso di un governo capace di trattare Marghera e la sua riconversione come grande questione nazionale. D’altra parte una (o uno) che dichiari di voler fare, contemporaneamente, il sindaco di una città come S. Donà e il presidente di una provincia grande e complessa come Venezia, al ballottaggio non dovrebbe neanche arrivarci, per palese inconsapevolezza del ruolo, o per vorace appetito di cariche.
Invece c’è, è in testa e ha anche avuto il soccorso dell’Udc. Il voto di due settimane fa è stato soprattutto frutto di vento politico generale, e quel vento ha portato Zaccariotto dov’è. Quello di domenica e lunedì sarà però un voto diverso. Si voterà per decidere se la provincia di Venezia finirà nelle mani di chi ha già annunciato che cementificherà perfino la gronda lagunare o se continuerà, con Zoggia, il profondo cambiamento che, pur in anni difficili, l’ha portata a nuovi livelli di eccellenza.
Gianfranco Bettin
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